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Caccia al premier, ma manca la "pistola fumante"

Gli inquirenti non trovano foto e filmati sul pc di "Rubacuori". Berlusconi non ha ancora deciso se presentarsi in Tribunale

Andrea Tempestini
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Ai pm di Milano manca la 'pistola fumante', i video e le foto hot  sul pc di Ruby. E non è un dettaglio da poco. La Procura dà la caccia a Silvio Berlusconi ma a quello che pare essere l'assalto finale viene meno un sostegno decisivo. Gli inquirenti cercavano foto e filmati nel computer della 18enne marocchina, sequestrato ad ottobre, ma non li hanno trovati. INDISCREZIONE E SMENTITA - Tornando ai dettagli dell'inchiesta, l'attacco alle toghe ha la firma di Piero Longo, uno dei legali del premier: "Quelle che la Procura di Milano chiama 'fonti di prova in realtà, sono ricostruzioni ardite allo scopo di continuare a 'graticolare' il presidente del Consiglio sui giornali e per i prossimi mesi".  Anche per questo, dopo l'incontro tra Cavaliere e i suoi difensori, è circolata la voce che Berlusconi non si sarebbe presentato  in Tribunale per gli interrogatori richiesti dai pm per il prossimo weekend. I legali del Cavalierie hanno però subito precisato: "Leggiamo su alcune agenzie di stampa illazioni prive di ogni fondamento. Nessuna decisione è stata ancora presa in merito all'invito a comparire rivolto al Presidente del Consiglio". Piero Longo e Niccolò Ghedini smentiscono così le indiscrezioni sul fatto che Berlusconi avrebbe deciso di non presentarsi davanti ai giudici. VIZI DI PROCEDURA - Il pool di avvocati del premier, inoltre, ravvisa dei vizi procedurali nell'inchiesta. Il fascicolo, è la tesi dei legali, in primo luogo avrebbe dovuto essere trasmesso subito, o comunque entro 15 giorni dopo la sua iscrizione nel registro degli indagati al Tribunale dei Ministri, senza nemmeno effettuare alcuna attività di indagine come invece è stato fatto con le perquisizioni di venerdì. In secondo luogo, la competenza per i fatti oggetto delle contestazioni non sarebbe della Procura di Milano, ma di quella di Monza. L'INTERROGATORIO DEL CAV - I pm milanesi vorrebbero interrogare Berlusconi anche di domenica, se necessario: l'udienza è stata messa in calendario da Ilda Boccassini, Pietro Forno e Antonio Sangermano tra il 21 e il 23 gennaio. Gli avvocati del premier, però, nicchiano: "Al momento rimane aperto il discorso del legittimo impedimento, del quale discuteremo nell'eventualità di un interrogatorio. Anche perché a oggi non è ancora statacontrollata l'agenda degli impegni di Governo. Quindi non è affatto stabilito se il presidente del Consiglio andrà a rispondere ai magistrati di Milano". Qualora Berlusconi non si presentasse entro una delle date previste e senza dare spiegazione, la Procura potrà procedere. Spetterà al gip decidere se accogliere la richiesta di rito immediato per concussione e prostituzione minorile. STRANI RITARDI - Ruby, che in questi giorni è a casa del suo manager-fidanzato Luca Risso a Genova, ha tra l'altro sempre ribadito di non avere mai avuto rapporti sessuali con il premier e, in ogni caso, di avergli sempre detto all'epoca della loro conoscenza (primavera 2009) di avere 24  e non 17 anni.  Al centro delle indagini non c'è però solo Ruby, ma un'altra decina di ragazze vicine al premier. Nella ricostruzione delle presunte feste a luci rosse a villa San Martino - dove la giovane marocchina in base all'esame delle celle telefoniche avrebbe trascorso le notti del ponte del 25 aprile scorso e anche quelle dei giorni di Pasqua e del primo maggio - emergerebbe il cosiddetto 'metodo D'Addario'. Come la escort barese, anche queste ragazze si sarebbero aggirate per le 'stanze segrete' del premier a scattare fotografie per poi ricattare Berlusconi stesso. L'inchiesta pugliese su D'Addario e Tarantini al Cavaliere non portò alcun provvedimento giudiziario, ma fu rumorosa al punto giusto. Fu il celebre 'effetto graticola' di cui ha parlato l'avvocato Longo, confermato anche dagli strani ritardi con cui il presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere del Parlamento, Pierluigi Castagnetti, sta ricevendo il plico inviatogli dagli inquirenti per ricevere l'ok sulle perquisizioni a Spinelli, il 'ragioniere' di Berlusconi ritenuto dai pm il cuore finanziario di tutta la vicenda-escort. La perquisizione venerdì fu impossibile perché gli studi recavano una targa con su scritto "di pertinenza della Presidenza del Consiglio". Serviva un là politico, dunque, ma Castagnetti se la prende comoda. L'onorevole del Pd è in vacanza in Sicilia e non metterà le mani sul pacco speditogli dalla Procura prima di martedì. Tutto il tempo, sostengono i maliziosi, perché qualche spiffero possa arrivare ai giornali amici.

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