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Walter torna al Lingotto: la triste parabola del Pd

Veltroni alla manifestazione dei Modem: "Saremo il primo partito". Peccato che i sondaggi li vedano in picchiata

Andrea Tempestini
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La triste parabola del Partito Democratico, sabato 22 gennaio, vive una giornata emblematica. Walter Veltroni, il padre del progetto politico naufragato a partire dalla data della sua fondazione nell'ottobre del 2007, è tornato a parlare proprio nel luogo in cui la sconfortante storia del Pd ha avuto inzio: il Lingotto di Torino. Walter ha aperto i lavori della manifestazione dei cosiddetti "Modem", l'anima centrista del partito (in rotta con la segreteria). IL CONSENSO DOV'E'? - Seduto nella prima fila della platea, di fronte all'oratore, c'era Pier Luigi Bersani, il segretario dei democratici in pieno affano nel cercar di tenere uniti i cocci del suo movimento. Veltroni, però, dal pulpito mostra di credere ancora alla "sua" creatura: "Il nostro obiettivo è quello di far diventare il Pd il primo partito italiano". Peccato che anche nei giorni dello "scandalo" Ruby, mentre il consenso del premier non cala, quello del Pd rimane inchiodato ben sotto il 30%: recentemente il caso Fiat-Mirafiori ha contribuito all'erosione del gradimento. LE CONDIZIONI DI WALTER - Veltroni ha poi concluso stabilendo la rotta per il futuro del Partito Democratico. "Tre sono le condizioni", esordisce l'ex sindaco di Roma. Con la prima, ancora una volta, Walter cerca di chiudere la porta a Di Pietro e Vendola: "Liberarsi dalla tentazioni di un populismo di sinistra". Con la seconda rifugge le coalizioni-colabrodo care a Romano Prodi: "Dobbiamo affrancarci dall'illusione frontista, dalla coalizione a ripetere, dal costruire schieramenti eterogenei solo contro gli avversari che poi non sono capiaci di reggere la prova del governo". Con la terza e ultima condizione, Veltroni continua la sua disperata corte all'Udc e al Terzo Polo: "Bisogna avere il coraggio dell'innocazione. Il Pd", conclude, "deve cambiare orientamento".

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