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Il Cav ha le idee chiare: "Disegno eversivo di Fini"

La replica del futurista: "Non sei sopra la legge". Berlusconi: "Io vittima di spionaggio, ma non mi piego. Ora subito la riforma della giustizia"

Andrea Tempestini
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Mai domo, Silvio Berlusconi torna all'attacco contro i pm milanesi. Il messaggio è semplice: "Non ci pieghiamo e reagiremo all'aggressione". Poi la domanda retorica: "E' normale in una democrazia che il presidente del Consiglio sia sottoposto a uno spionaggio del genere?". Così il Cavaliere in un collegamento telefonico a un convegno del Pdl a Milano. "SUBITO RIFORMA GIUSTIZIA" - "Dall'inizio del 2010 tutti gli ospiti ricevuti ad Arcore sono stati individuati e sottoposti ad intercettazioni", ha sbottato il premier, "anche io lo sono stato. Mi chiedo se sia normale che in una democrazia il presidente del Consiglio sia sottoposto ad intercettazioni e spionaggio, intercettazioni non per indizi di reato ma per cercare ipotesi di reato". Proprio per questo, ha proseguito, "siamo determinati a realizzare la riforma della giustizia che non siamo mai riusciti a fare, non per mancanza di impegno ma per l'opposizione prima di Casini e poi di Fini. Una riforma che è richiesta da ciò che sta avvenendo da anni in Italia. "FINI, DISEGNO EVERSIVO" - Il bersaglio dell'attacco del premier diventa poi il leader della pattuglia futurista, Gianfranco Fini, responsabile di aver messo in atto "un disegno eversivo" contro il Governo, prima boicottando i tentativi di riforma sulla giustizia, e poi mettendo in atto la scissione di Futuro e Libertà. "Dal 2008 al 2010", ha sottolineato Berlusconi, " Fini ha bocciato tutti i tentativi di riforma della giustizia, a partire guarda caso dalla legge sulle intercettazioni. Poi è stata messa in atto la scissione di Futuro e Libertà per mettere in minoranza il Governo, ma il disegno eversivo è fallito, e allora subito è scattata la via giudiziaria". Secondo il premier, "il progetto era quello di mettere in minoranza e mandare a casa, sommando i pochi voti a quelli della sinistra, il nostro governo, quello eletto dagli italiani, ma questo disegno eversivo è fallito con il voto del 14 dicembre alla Camera e al Senato. Allora subito è scattata l'operazione giudiziaria". LA REPLICA DEL FUTURISTA - Nel pomeriggio è arrivata la replica del leader della pattuglia futurista. "Chi ha vinto le elezioni non può pensare di essere al di sopra della legge", ha affermato il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ad un'iniziativa di Fli. "Il giustizialismo è un male", ha aggiunto, "ma non può esserci giustizialismo quando si ribadisce chiaramente che la presunzione di innocenza non possa essere confusa con la presunzione di impunità". Ma l'attacco non è finito. "Perché non fare uscire dai cassetti quella proposta anticorruzione proposta con clamore di trombe e poi misteriosamente scomparsa?", sbraita l'ex alleato. "La nostra economia risente non solo dell'evasione fiscale ma anche di tutte quelle pratiche che sembrano quasi indispensabili per mandare avanti la propria attività. Una legge anticorruzione è l'unica proposta seria per trasformare la politica in una casa di vetro". "SEMBRAVA DI PIETRO" - Sferzante la controreplica a Fini di Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera: "Credevamo che fosse una dichiarazione di Di Pietro, invece è una dichiarazione di Ganfranco Fini. Una totale riscoperta del giustizialismo nella sua versione estremista. Non c'è nessun senso dell'equilibrio e della misura".

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