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"Can che abbaia ti porta in galera" Parola della Cassazione

Caltanissetta: "Due mesi di arresto per i padroni delle bestie rumorose". L'aggravante "effetto emulazione"

Andrea Tempestini
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Il tuo cane abbaia? Vai in galera. Arresto per i padroni di Fido che, in particolare durante la notte, non vietano al loro animale di far rumore: lo ha stabilito la Cassazione. La Colpa, sostiene la Corte, è ancora più grave per quei proprietari che, pur avendo più di un animale, non impediscono quello che è stato bollato come "effetto emulazione", che si verifica quando un cane comincia ad abbaiare e gli altri, in buona sostanza, si uniscono al concerto. QUATTRO CONDANNE - La Prima sezione penale ha confermato la condanna a due mesi di arresto per il reato - punito dall'articolo 659 del codice penale - nei confronti di quattro persone di Caltanissetta - i poveri Santo G., Giuseppe C., Fiorenza G. e Francesco P,. I quattro sono colpevoli di non aver impedito gli strepiti notturni delle loro bestiole, latrati che impedivano il sonno ai condomini. IL NODO DELLA REAZIONE A CATENA - Le quattro persone sono state condannate a due mesi d'arresto ciascuno dalla Corte d'Appello di Caltanissetta. Inutile la loro difesa, volta a dimostrare che i giudici, nel condannarli, non avessero dimostrato quale dei quattro cani avesse cominciato ad abbaiare per primo, creando così una reazione a catena. I ricorsi dei condannati sono stati giudicati inammissibili. La Corte ha sottolineato che "è evidente come il reato", che punisce il disturbo del riposo e delle occupazioni, sia "collegato alla condotta arrecante disturbo a prescindere da chi ne fosse stata la causa iniziale, posto che il comportamento illecito è comune a tutti i proprietari degli animali i quali, per vero, pur consapevoli del fatto che solo uno dei loro cani abbaiava per primo di notte lasciavano che tutti gli altri, sollecitati dal primo, facessero altrettanto per emulazione". Una sfilza di parole per spiegare una sentenza incredibile.

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