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Wikileaks, i dispacci "della Lega" sul Pdl: "Premier stretto in abbraccio di un orso"

Messaggi tra diplomatici Usa. "Posizioni xenofobe irritano La Russa. Bossi un guru. Tosi più popolare di Zaia"

Andrea Tempestini
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Wikileaks, il sito fondato da Julian Assange, caccia il naso negli affari delle politica italiana, e a rivelare i cablogrammi ci pensa la rivista l'Espresso. Anche in questo i dispacci diplomatici sono stati sottratti alle ambasciate statunitensi, dove si discuteva anche del rapporto tra Pdl e Lega Nord. "La strategia della Lega è quella di stare il più vicino possibile a Berlusconi, tenerlo stretto come nell'abbraccio di un orso... almeno per ora". Questo è quanto avrebbe affermato al console statunitense in Italia Giancarlo Giorgetti, il segretario del Carroccio. "Se Berlusconi dice rosso", avrebbe proseguito, "noi diciamo rosso; se dice nero, allora va bene anche per noi". Nella stessa cena da cui proverrebbero i dispacci, Roberto Calderoli avrebbe sottolinato con i diplomatici: "Il nostro obiettivo è diventare la forza egemone dell'Italia settentrionale". "IRRITAZIONE PER POSIZIONI XENOFOBE" - Dai documenti spuntano anche delle dichiarazioni del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che avrebbe sottolineato come "oggi il principale motivo di irritazione tra Pdl e Lega sono le proposte e le sfuriate xenofobe. La base", avrebbe continuato La Russa, "apprezza quella retorica brutale, ma se abbassi un po' i toni il programma della Lega non è così diverso da quello del Pdl: c'è la vecchia rivendicazione della secessione, ma il Pdl gli ha fatto rinunciare a queste pretese anni fa". Quindi il ministro si sarebbe speso in una metafora: "Con i leghisti non ci saranno problemi, la loro musica è come la musica a volume troppo alto in discoteca: se non sei un habitué farai fatica a capire cosa succede e non riuscirai a distinguere la musica, ma se diminuisci il volume o se sei abituato allora ti accorgi che la musica non è così male". Le dichiarazioni risalirebbero al 2008, a pochi giorni prima che La Russa venisse nominato ministro. "TOSI PIU' POPOLARE DI ZAIA" - Nei cablogrammi ci sono poi anche le valutazioni dei diplomatici statunitensi, più attenti agli scenari politici del Belpaese di quanto si potesse immaginare. Gli ufficiali arrivano a ipotizzare che "Tosi potrebbe diventare ministro" anche per mertito del "mettere in pratica quella che il popolarissimo sindaco di Verona chiama 'la politica da supermarket', ossia la strategia adottata dagli amministratori leghisti che sono sempre tra la gente, parlando con i cittadini e mantenendo un rapporto personale". Poi la conclusione: "Tosi ora è più popolare di Zaia". Non mancano nemmeno giudizi sul leader del Carroccio, Umberto Bossi: "Un guru spirituale, ma si rifiuta di smettere di fumare e a causa della sua salute è sempre meno indipendente". Gli americani, secondo i documenti pubblicati dal sito di Julian Assange, si interrogano sulla successione alla guida della Lega Nord, e scommettono sull'attuale segretario del partito, Giancarlo Giorgetti: "Laureato alla Bocconi, proveniente dalla provincia chiave di Varese, è l'unico che conosce sia la macchina del partito che gli apparati romani", scrive il consolato statunitense agli inizi del 2010. "In pubblico dice di non ambire alla successione, ma in privato tende a non negarlo", concludono.

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