Il Cav: "Aspettavo riforma della giustizia dal '94"
Il CdM straordinario approva all'unanimità il ddl del ministro Alfano. Berlusconi: "Giusto processo è interesse di tutti" / VIDEO / FOTO
Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera alla riforma della Giustizia presentata dal ministro Angelino Alfano. Il ddl costituzionale, riferiscono fonti ministeriali, è stato approvato dal CdM all'unanimità. Il via libera al testo è stato salutato con un applauso. Maggioranza compatta sui tre punti fondamentali del testo: carriere separate tra giudici e pubblici ministeri, sdoppiamento del Csm e responsabilità civile dei magistrati. Ora il testo verrà inviato alle Camere per l'approvazione. Il premier Silvio Berlusconi aveva definito la riforma "epocale": "E' molto semplice, chi sbaglia paga. Chi può obiettare?". L'opposizione, per bocca del segretario Pd Pier Luigi Bersani, ha protestato: "La manovra è una copertura per le leggi ad personam a favore di Berlusconi". Guarda il video della conferenza stampa su LiberoTv. Ecco il testo approvato dal Consiglio dei Ministri INTERESSE DEI CITTADINI - "Questa riforma è nell'interesse dei cittadini, la volevo dal 1994": così il premier Berlusconi ha presentato il ddl ai giornalisti nella conferenza stampa post Consiglio dei ministri. "Il giusto processo è un diritto - ha spiegato il Cavaliere - Abbiamo presentato una riforma organica e coerente, un profondo cambiamento che non ha nulla a che vedere con i processi in corso". Se fosse stata fatta prima la riforma della giustizia, ha proseguito Berlusconi, "probabilmente non ci sarebbe stata l'esondazione, l'invasione della magistratura nella politica e non ci sarebbe stata quella situazione che ha portato a cambiamenti di governo, all'annullamento di una classe di governo nel '92-93, all'abbattimento di un governo nel '94, alla caduta di un governo di sinistra nel 2008 per la proposta di riforma della giustizia del ministro Mastella e »soprattutto non ci sarebbe stato il tentativo che è in corso di eliminare per via giudiziaria il governo in carica". Al fianco del Premier il ministro Alfano: "E' tutto tranne che una ritorsione o contro qualcuno e non ha nulla a che vedere con le vicende in corso o con la contingenza". Il ministro ha poi aperto alle opposizioni: "Ho sentito che attendevano il testo per misurare la loro reazione. Oggi avranno cognizione del testo e non escludo di contattare oggi stesso gli esponenti dell'opposizione per consegnare loro il testo in modo che possano farne una valutazione serena". LA MAGGIORANZA - Non si son fatte attendere le reazioni del mondo politico: "È una riforma attesa da anni, i cittadini la apprezzeranno e, se chiamati ad un referendum confermativo, la voteranno massicciamente" sostiene Gianfranco Rotondi, ministro per l'Attuazione del programma. Commento anche da parte del ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Mariastella Gelmini "La riforma della giustizia è un'occasione per il Paese. Non deve essere vista come un elemento di scontro, ma di miglioramento di un sistema giudiziario che deve essere modernizzato - ha spiegato - Il governo ha presentato oggi un provvedimento serio, organico e di alto profilo. Sono certa che sui contenuti si possa trovare un ampio accordo in Parlamento e che possano essere superate vecchie divisioni e pregiudizi di tipo politico e ideologico". L'OPPOSIZIONE - Un'apertura all'opposizione che ha visto la pronta chiusura da parte del capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini: "Siamo davanti a una mera operazione d'immagine. Sono altre le riforme che gli italiani si aspettano: la certezza della pena, i processi veloci". Franceschini ha anche annunciato un'opposizione "dura ed intrasigente" al progetto di riforma in tutti gli ambiti istituzionali: "Ci opporremo con tutti gli strumenti parlamentari a nostra disposizione e anche con la mobilitazione democratica a partire dal 12 marzo". Durissima chiusura anche di Massimo D'Alema, presidente del Copasir: "E' difficile qualsiasi discussione seria su temi della giustizia se non è preceduta dalle dimisssioni di Berlusconi". Al Premier macherebbe la terzietà necessaria per costituirsi come serio interlocutore in materia di giustizia. Da ultimo sono giunte le parole di Pierluigi Bersani: "Se Berlusconi vuole un confronto ci sono quattro proposte nostre in parlamento. Noi diciamo no alla riforma costituzionale". Prevedibile stroncatura da parte di Antonio Di Pietro, Idv: "È stata proposta una riforma così antidemocratica da stravolgere lo stato di diritto, noi presenteremo un solo emendamento, completamente abrogativo di tutta la riforma".