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Raìs: 'Attacco a Bengasi' Francia: 'Subito i raid'

GHEDDAFI: "NESSUNA PIETA'". PARIGI: "INTERVENTO A BREVE" Escalation della crisi Libica. In giornata bombe anche sui ribelli di Misurata. In attesa delle decisioni dell'Onu, la voce: incursioni aerei di Nazioni Unite nel giro di poche ore. Poi parziale smentita

Giulio Bucchi
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Muammar Gheddafi ha annunciato che le sue truppe attaccheranno stanotte Bengasi, la roccaforte dei ribelli. "Arriveremo stanotte", ha detto il Colonnello in un discorso alla Tv di Stato rivolto ai cittadini di Bengasi, minacciandoli di non avere "nessuna pietà per alcuno" . In giornata le truppe lealiste avevano proseguito negli attacchi alle roccaforti dei ribelli, Misurata e Bengasi. La tv libica ha riportato la notizia di scambi di colpi di arma da fuoco ed esplosioni presso l'aeroporto di Bengasi. L'esercito del Colonnello ha effettuato raid aerei e bombardamenti sullo scalo della città. Secondo alcune fonti locali, uno degli aerei sarebbe  stato abbattuto dalla contraerea degli insorti, mentre un altro mezzo sarebbe atterrato, non è chiaro se perché colpito o per defezione al raìs. In serata è attesa l'approvazione della bozza Onu che deciderà in che misura e in che forma le Nazioni Unite interverranno in Libia. La Francia ha fatto sapere che, sempre stanotte, in corrispondenza dell'offensiva del raìs, è possibile che l'Onu intraprenda la prima azione militare. Secondo fonti della diplomazia transalpina, attacchi aerei mirati sulle postazioni militari libiche potrebbero essere operati non appena le Nazioni Unite approveranno l'uso della forza contro la Liba. Il voto del Consiglio di Sicurezza dell'Onu è previsto per le 23, ora italiana. Gli attacchi aerei potrebbero essere condotti congiuntamente da Francia, Gran Bretagna, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. LA SMENTITA - Poco dopo, però, fonti dell'Alleanza avrebbero riferito che "non è pensabile un intervento della Nato senza una riunione del Consiglio Atlantico", che dovrebbe tenersi venerdì alla luce della risoluzione dell'Onu. I raid aerei ipotizzati da fonti francesi un minuto dopo l'approvazione della risoluzione, attesa per le 23 di questa sera (ora italiana), sarebbero quindi unilaterali. Per l'intervento della Nato è necessario che l'Alleanza avvii una procedura di pianificazione e approvi i piani di intervento. La condizione, come più volte ribadito anche dal segretario generale, Anders Fogh Rasmussen, è innanzitutto che la risoluzione Onu dia espressamente mandato alla Nato di intervenire e che, inoltre, vi sia il supporto dei Paesi limitrofi. MINISTRO FRANCESE: "AGIRE SUBITO" - Ma il ministro degli Esteri francese, Alain Juppe, in una pausa dei lavori al Palazzo di vetro dell'Onu a New York ha subito dato nuovo credito alla possibilità di un intervento immediato. "Ci stiamo preparando ad agire" dopo che l'Onu avrà adottato le sue risoluzioni, ha dichiarato, specificando che "Francia e paesi partner stanno pianificando le azioni che seguiranno le decisioni delle Nazioni Unite". Juppe, incalzato sulla possibilità dei raid aerei, ha dichiarato che "la Francia è pronta, insieme ad altri paesi, a mettere in atto la risoluzione dell'Onu, anche riguardo a questo. Se teniamo presente la situazione sul campo, va da sè che le decisioni delle Nazioni Unite deve essere applicate subito". MISURATA IN BILICO - Durante la giornata di giovedì gli occhi erano puntati anche su Misurata. "Oggi la prenderemo", aveva annunciato lo stesso Gheddafi in un proclama attraverso la tv di Stato libica, mercoledì sera: "Sarà una battaglia decisiva" quella che in queste ore coinvolge la terza città del Paese con 500mila abitanti, 150 km a Est di Tripoli. Mercoledì le forze fedeli a Gheddafi hanno lanciato un'offensiva, causando almeno quattro morti e una decina di feriti. I ribelli però negano che la città stia tornando sotto il controllo del regime. Nelle scorse ore, nell'altro fronte appena chiuso con la vittoria dell'esercito, quello di Ajdabiya, sarebbero state 30 le vittime, tra cui donne e bambini. Lo sostiene la tv satellitare al-Jazeera, che cita fonti dell'ospedale locale. Inoltre, la tv libica ha riferito che le forze fedeli al  raìs avrebbero riconquistato Misurata, e che sarebbero impegnate a "sterilizzarla, ripulendola dalle bande terroristiche". Ma da alcuni residente è arrivata una smentita. BOMBE SU BENGASI - A Bengasi sono proseguiti i bombardamenti, "ma noi resistiamo", hanno assicurato i ribelli. Secondo Ibrahim Al Agha, membro del Consiglio dei rivoltosi, "le forze lealiste bombardano la città ma non riescono ad avanzare verso il centro. Li stiamo aspettando e non molliamo, stiamo cercando con tutti i mezzi a nostra disposizione di impedire il volo a bassa quota dei bombardieri". Al Agha ha poi invitato a non credere alla propaganda del regime: "Non vi meravigliate di sentire tra poco che le truppe del Colonnello hanno occupato Parigi e Londra, questi sono professionisti della menzogna". BOZZA ONU - Giovedì dovrebbe essere la giornata decisiva per la bozza di risoluzione al Consiglio di sicurezza dell'Onu. Nel caso in cui venga approvata (l'esito, come detto, è previsto intorno alle 23) nel giro di poche ore sarebbe possibile attuare un intervento militare nel Paese. Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha dichiarato che "prima l'Onu arriverà ad un accordo e meglio sarà", ed ha quindi ribadito che "la Nato è pronta a reagire per proteggere la popolazione civile". Nella nuova bozza viene chiesto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu di approvare tutte le misure necessarie per proteggere i civili in Libia, fatta eccezione per l'occupazione del Paese. Al possibile intervento militare potrebbero partecipare Gran Bretagna, Francia e forse gli Stati Uniti e uno o più stati arabi. Da par suo, l'amministrazione Obama auspica che il Consiglio di sicurezza possa autorizzare una gamma anche più ampia di interventi militari, poiché la sola no-fly zone viene ritenuta "insufficiente". La Germania, invece, rimane contraria ad ogni intervento militare e continua a ribadire la volontà, semmai, di inasprire le sanzioni per prevenire l'arrivo di ogni mezzo finanziario al regime di Gheddafi. PROTESTE TRANSALPINE - Una lenta ma progressiva riscossa, quella di Gheddafi, che non spaventa al momento il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini. La Farnesina ritiene "altamente improbabile" una permanenza al potere del Colonnello e del suo regime. "L'isolamento internazionale", secondo Frattini, sarebbe ormai irreversibile. Oggi l'Onu voterà sulle misure internazionali da prendere sulla Libia, ma intanto arriva un attacco dalla Francia. "La lentezza politica dell'Europa è disperante, abbiamo il diritto-dovere di intervenire nella guerra in Libia per fermare i massacri della popolazione civile". L'ex ministro degli Esteri di Parigi, Bernard Kouchner, in un'intervista a Repubblica rispolvera l'esperienza della guerra in ex Jugoslavia per ribadire che "la no-fly zone non basta a fermare i massacri". Poi via alla difesa a spada tratta del presidente Sarkozy: "E' stato accusato di avere iniziative affrettate, di non essersi consultato abbastanza con gli altri partner europei. Ma ha detto solo le cose giuste, anzi forse ha parlato già troppo tardi. Il tempo gioca a favore di Gheddafi. Se aspettiamo ancora un po' sarà lui ad aver vinto e non ci sarà più nulla su cui discutere e riunirsi".

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