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Scatti "hard" di Arcore: un falso scoop de 'l'Unità'

"Chi" dimostra che sono taroccate. La casa negli scatti del quotidiano è di Lele Mora, ma il Cav non c'era

Andrea Tempestini
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Tra tutti i taroccamenti nella storia del giornalismo e della tv, questo è il più tragicomico. Un Tapiro di “Striscia” a Concita De Gregorio sarebbe la giusta conclusione della vicenda, quella delle  foto-scandalo dei festini di Arcore pubblicate lo scorso 20 marzo dall'Unità in un finto scoop che farà epoca. «Arcore, ecco le foto delle notti hard di Silvio», titolava il quotidiano fondato da Antonio Gramsci. In realtà di hard non c'era nulla, a meno che non si voglia definire così Lele Mora che fa ginnastica...«Chi» ha smontato tutto. A parte il fatto che, anche se fossero vere, quelle immagini di ragazze vestite da poliziotto e di bacetti saffici non costituirebbero la prova di alcunché anche perché Berlusconi in quelle foto nemmeno è presente. Ma il punto è che almeno la metà di quella “peccaminosa” gallery è frutto o di un grossolano errore o di un abile taroccamento. Nomi sbagliati, date che non tornano. C'è la foto delle gambe nude di una ragazza su un divano davanti a un grosso televisore appeso al muro: quella non è Villa San Martino di Arcore, ma casa di  Lele Mora in Viale Monza a Milano. Idem per lo scatto successivo: un ragazzo con gli occhi pixellati gioca con Mora, gli alza le gambe come per fare ginnastica, Lele ride, i due si divertono. Il ragazzo è un ex concorrente del Grande Fratello, Thiago Barcelos, della scuderia del manager, e quella non risale allo scorso luglio, come scrive l'Unità, ma al 23 novembre 2009 ed era già stata pubblicata da Chi nello stesso anno. Dove siamo? Sempre a casa di Lele Mora e non - come riporta erroneamente il quotidiano - nella residenza di Silvio Berlusconi. Tra l'altro, in quell'occasione, c'era anche la moglie di Thiago, Benedetta, a dimostrazione che  non stava avvenendo nulla di particolarmente trasgressivo. Il quotidiano di sinistra sbaglia le location ma anche le persone. La ragazza vestita da poliziotto,  non è una delle due gemelle  De Vivo ma Barbara Guerra. Si trova in un locale milanese in zona Brera, il Ganas, durante un affollatissimo party di Halloween (questo il motivo del travestimento). Non ad Arcore, dunque. Eppure il giornale fondato da  Gramsci scrive che queste foto estratte dall'iPhone delle ragazze coinvolte nel Ruby-gate  documentano «dati rilevanti ai fini dell'indagine», che quelle serate non erano «normalissimi incontri tra amici come dice il premier né “occasioni conviviali” come ripetono in coro le ragazze nei verbali difensivi. E provano che la beneficenza del premier era la ricompensa per incontri sessuali». Il retroscena ancora più comico della vicenda è che, quattro giorni dopo il falso scoop dell'Unità, ossia ieri, il Fatto Quotidiano ha copiato  e incollato quel servizio con le stesse foto e gli stessi errori. Chiediamo a Lele Mora se effettivamente quella immortalata è la sua abitazione. «Sì, quelle foto sono  state fatte a casa mia da Barbara Guerra», spiega, «sono state prese dal suo cellulare dagli inquirenti e poi sono state pubblicate dall'Unità prima e dal Fatto poi. Ce n'è anche una della mia camera da letto. Questa è una grave intrusione nella mia privacy: non ho mai autorizzato la pubblicazione di quelle foto, fatte in una residenza privata. Darò mandato ai miei legali». di Alessandra Menzani

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