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Premier a Tunisi, manca l'accordo sui 20mila rimpatri

Berlusconi incontra i vertici nordafricani: "Siamo Paesei amici, accordo si farà". La Tunisia vuole più soldi

Andrea Tempestini
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"Siamo in un Paese amico per risolvere il problema dei migranti". Sono le prime parole di Silvio Berlusconi a Tunisi. Il premier, arrivato intorno alle 11.30 in Africa insieme al ministro degli Interni Roberto Maroni per risolvere l'emergenza-immigrazione, ha sottolineato "il clima di amicizia, collaborazione e cooperazione" tra i due Paesi: "C'è volontà d'accordo", ha ribadito Berlusconi dopo aver incontrato il presidente ad interim della Tunisia Fouad Mebazaa e il primo ministro Beji Caid-Essebsi. In Italia, lunedì mattina a Lampedusa sono ripresi gli sbarchi, mentre a Manduria sono proseguite le proteste dei migranti. GLI OBIETTIVI - L'obiettivo della visita in Tunisia, come detto, era mettere un punto fermo a una trattativa che ormai prosegue da mesi per cercare di gestire l'insostenibile flusso di migranti. Non è ancora arrivata alcuna firma ufficiale, ma l'intesa prevederà la possibilità per l'Italia di rimpatriare circa 20.000 tunisini. Inoltre, Palazzo Chigi offre motovedette e aiuti economici al nuovo governo tunisino. Il Cavaliere, però, non deve giocare soltanto a livello internazionale, perché significative differenze nella gestione dell''emergenza clandestini sono emerse all'interno della stessa maggioranza: la Lega Nord, in estrema sintesi, non vuole che gli irregolari vengano divisi nei Paesi europei. FRATTINI: "PRONTA LINEA DI CREDITO" - Il ministro della Difesa, in un'intervista rilasciata a La Stampa, ha sottolinato come l'obiettivo del viaggio del premier sarà quello "di aiutare un governo provvisorio a prendere decisioni difficili". Frattini ha ribadito che verrà confermato l'impegno italiano così come verrà confermata "una linea di credito di 150 milioni di euro per aiutare i giovani a sviluppare microcredito, artigianato, commercio, piccole attività che allevino la disoccupazione, che è a un tasso del 30%, e aiutino l'economia a ripartire. Con la rivoluzione", ha concluso il ministro, "la Tunisia ha perso tra i 4 e i 5 miliardi di dollari". FRANCIA TENDE LA MANO - Dopo le tensioni diplomatiche tra Italia e Francia, acuitesi sulla scia delle crisi Libica e dell'emergenza immigrazione poi, domenica - ha reso noto Palazzo Chigi - Nicolas Sarkozy, il premier francese, ha chiamato Silvio Berlusconi. "Il lungo e cordiale colloquio - spiega l'esecutivo italiano - si è incentrato sull'emergenza immigrazione, ed è stato deciso di organizzare un vertice tra i ministri italiani e francesi (Esteri, Interni ed Economia) a cui parteciperanno anche il presidente Sarkozy e il presidente Berlusconi". Una mossa, quella dell'Eliseo, con cui si cerca di ricucire il rapporto tra Roma e Parigi dopo i recenti strappi. STRETTO CONTATTO - Berlusconi e Sarkozy, prosegue il comunicato stampa diffuso da Palazzo Chigi, "hanno concordato di continuare a tenersi in stretto contatto". Da Roma si ricorda che lo scorso venerdì "il Presidente del Consiglio aveva affrontato il tema dell'immigrazione clandestina con il Presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, e sabato in un'altra telefonata con David Cameron, primo ministro del Regno Unito".

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