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Belpietro, i pm: "Archiviazione per l'attentato"

La richiesta della Procura: "Forse era un rapinatore, non volevano uccidere il direttore di Libero"

Giulio Bucchi
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La Procura di Milano ha chiesto l'archiviazione per l'inchiesta sul presunto attentato al direttore di Libero Maurizio Belpietro. Secondo i pm Grazia Pradella e Ferdinando Pomarici non esisteva "un preordinato piano di attentare alla vita di Belpietro". La persona contro cui lo scorso 1 ottobre la scorta del direttore aprì il fuoco potrebbe essere stato, secondo gli inquirenti, un ladro o un rapinatore. Tutto è accaduto intorno alle 22.30, quando Belpietro aveva fatto ritorno nel suo appartamento in via Monte di Pietà, in pieno centro a Milano.  Riaccompagnato in casa il direttore, il caposcorta si era imbattutto in un uomo con maglietta di tipo militare, che nella ricostruzione fornita dallo stesso agente avrebbe estratto una pistola e tentato di far partire un colpo. A quel punto il caposcorta avrebbe risposto tre volte, provocando la fuga dell'uomo. Per i pm, però, non era un attentatore. Ecco il perché della richiesta d'archiviazione a carico di ignoti per tentato omicidio ai danni del poliziotto e detenzione e porto d'armi. Non un attentato ma l'inaspettata sorpresa di un probabile ladro o rapinatore nell'edificio.

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