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Bocchino disperato si offre a tutti Adesso corteggia pure Montezemolo

Finiani in saldo. Italo fa della avance al presidente Ferrari, che però non risponde. Malumori / BORGONOVO

Andrea Tempestini
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Signore e signori affrettatevi, ché al supermarket  c'è Italo Bocchino in offerta speciale. Paghi uno e prendi più o meno il due, nel senso della percentuale di consensi che Futuro e Libertà può  racimolare. A conti fatti, l'affare non sembra molto conveniente, ma Italo - il braccio sinistro di  Fini - ormai ha lanciato la promozione: si offre a tutti.   Ieri si è detto disponibile ad accogliere Montezemolo: «Se scende in campo, lo fa per sparigliare i giochi. Sì, siamo interessati». Poi ha lanciato avances alla sinistra, affermando che a Milano e Napoli, in caso di ballottaggio per le Amministrative, Fli non appoggerà i candidati del PdL.  Quest'ultima esternazione  ha provocato il mal di fegato a un suo collega, l'eurodeputato Potito Salatto, che l'ha definita una «follia politica». Quanto all'altra gamba del terzo polo,  l'Udc, giunge la notizia che alcuni parlamentari futuristi vicini ad Adolfo Urso hanno incontrato Casini nei giorni scorsi, esprimendogli preoccupazione per la «deriva a sinistra» che il gruppo finiano sta prendendo a causa proprio di Bocchino.   Se ne deduce che, per quanto l'offerta  copra tutto l'arco costituzionale, è la domanda a mancare: Italo se lo rimpallano tutti, da Fli all'Udc fino alla sinistra. Ieri il prode finiano si è presentato a Milano per un incontro con Pietrangelo Buttafuoco, Paolo Mieli e Michele Serra, riuniti a discutere di Una storia di destra, cioè il libro dell'esponente futurista. Il quale era così noto al pubblico che ha dovuto scrivere un'autobiografia per spiegare chi fosse.   Più che una presentazione, quella andata in scena al Circolo della stampa sembrava la pubblicità di un detersivo, con la domanda rituale: «Scambierebbe il mio partito  col suo?». Gli acquirenti, di nuovo, non sembravano gradire. Buttafuoco gli ha suggerito di appoggiare il progetto “fasciocomunista” dello scrittore Antonio Pennacchi, che a Latina propone un'alleanza destra-sinistra: se vuole opporsi al Cav, finisce giocoforza dall'altra parte. Ma Bocchino vuole rimanere “di destra”. Certo, a lui più che il fasciocomunismo interessa la fascio-comunella: stiamo vicini a tutti e vediamo chi ci piglia. Di sicuro non l' ex comunista  Michele Serra, secondo cui Bocchino è senz'altro di destra, dunque tanti saluti.  Incassati due - cortesi - rifiuti, non rimaneva che Mieli. Dal quale però  sono arrivate bastonate. Prima: se Fli cerca consenso tra i progressisti, «finisce nel fosso». Seconda: nel libro di Bocchino si vede un giovane molto attento «all'ascensore sociale», ma con poche  idee politiche. In soldoni, l'ha dipinto come uno interessato soprattutto a far carriera.  Il detersivo Bocchino non lo compra nessuno. Ma lui continua a propagandare il suo fustino. Anzi, ambisce a produrlo  in  confezione  più grande. Ha infatti lanciato l'idea del Grande Contenitore. Che sia una nuova divinità? («Lode a te, Grande Contenitore!») No, è il  suo piano per  il futuro: il Grande Contenitore che tenga dentro destra, centro, sinistra, chiunque. Obiettivo? Battere Silvio e, possibilmente, far avanzare Italo sul palcoscenico.  Da qualche parte questa trovata  l'abbiamo già sentita... Davvero è nuova? Macché: è lavata con Bocchino. di Francesco Borgonovo

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