Fine vita, scontro tra Fli e Udc. Terzo Polo si spacca
Berlusconi spinge sul biotestamento. Ai suoi: "Siate responsabili". Alla Camera Casini mette ko futuristi: invertito odg
Il Terzo Polo si sfalda alla Camera sul biotestamento: Futuro e Libertà ha viotato contro la proposta avanzata dall'Udc di invertire l'ordine del giorno dei lavori parlamentari (la proposta è passata grazie al voto favorevole della maggioranza). Casini e i suoi, con questa mossa, volevano anticipare la discussione del ddl sul testamento biologico. Il premier, Silvio Berlusconi, è tornato a spingere sul provvedimento, chiedendo ai suoi "massima coesione". DISCUSSIONE IN AULA - In precedenza era stato Pier Ferdinando Casini, a nome dell'Udc, a chiedere l'inversione dell'odg. "Questo voto, qualunque esso sia - aveva spiegato Casini - noi chiediamo venga espresso dal Parlamento senza ulteriori rinvii, in particolare per il rischio che in mancanza di un'iniziativa legislativa siano i giudici a colmare il vuoto con iniziative più o meno estemporanee. Mi auguro che nessuno voglia strumentalizzare una questione molto seria e che ci sia in quest'Aula la serenità necessaria per dibattere in modo approfondito questioni così delicate. Esse non sono parte nè della campagna elettorale imminente né della nostra, purtroppo quotidiana, polemica politica; fanno parte delle scelte esistenziali che un Parlamento in alcune circostanze è chiamato ad assumere". Il Partito Democratico, al contrario, per voce di Dario Franceschini, chiedeva che "la Conferenza dei capigruppo, anche anticipando la sua convocazione, riveda il calendario dei lavori riportando gli argomenti in ordine di importanza e non di convenienza": il riferimento era alla questione Libia. Pronta la replica di Fabrizio Cicchitto: "Sono spiacente di rilevare che non mi risulta che Casini e l'Udc siano entrati nella maggioranza. Cosa che gradirei ma che, purtroppo, non è avvenuta, il che rende destituito di fondamento il discorso di Franceschini". PRESSING DEL CAV - "Ti chiedo, ancora una volta, impegno e partecipazione", così il premier Silvio Berlusconi ha chiamato i suoi a raccolta per la discussione di mercoledì 27 aprile alla Camera in materia di testamento biologico. In esame il ddl con il quale idratazione ed alimentazione assistita smettono di essere considerate cure, dunque non possono essere rifiutate dal malato anche nel caso in cui richieda la sospensione dei trattamenti e il non accanimento terapeutico. Il dibattito si preannuncia acceso, sia per la portata etica del provvedimento sia per la pressione dell'opionione pubblica cattolica. Il presidente del Consiglio richiama all'ordine i suoi con una lettera indirizzata personalmente ad ogni deputato. IL CAV: "CONCILIARE ETICA E RESPONSABILITA'" - "Alcune riflessioni su un tema che mi sta particolarmente a cuore", questo l'esordio del messaggio del premier Silvio Berlusconi ai suoi parlamentari. Il presidente si dice "sicuro che, come sempre," i suoi sapranno "conciliare l'etica della convinzione con quella della responsabilità, così come accade quando si è di fronte a scelte e a decisioni importanti", ma non rinucia a ricordare ad ognuno l'investimento che il governo ha fatto in tema di bioetica. Una questione importante, che richiede la massima attenzione (e coesione) da parte dei deputati Pdl: "Non solo il governo ha preso posizioni chiare e coraggiose, ma io personalmente - rivendica Berlusconi - mi sono adoperato ed esposto con assoluta convinzione". La chiamata alle armi non potrebbe essere più esplicita: dopo le diffocltà in politica estera ed economica, l'esecutivo non può permettersi un flop in materia etica. CGIL MEDICI: "SIAMO CONTRARI" - Flop che auspicano invece le associazioni di categoria dei medici, che hanno raccolto e presentato alla camera 10mila firme raccolte fra i sanitari per fermare il ddl. Fra le adesioni anche quelle di Ignazio Marino, presidente della commissione d'inchiesta sulla Sanità, e dell'ex ministro della Salute Umberto Veronesi. "Questa iniziativa è nata per testimoniare e far emergere la contrarietà del mondo della sanità a questa legge - ha detto Massimo Cozza, segretario nazionale della Fp Cgil medici - che impone al medico di non rispettare la volontà dei cittadini, la deontologia medica e la Costituzione. Inoltre, la professionalità del medico viene svilita quando atti sanitari come l'alimentazione e l'idratazione assistita smettono di essere considerati cure".