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E' guerra anche in Aula. Il Colle al Cav: "Coerenti"

Primi tornado in missione, Parlamento vota il 3 maggio ed è già caos-mozioni. Intesa Berlusconi-Napolitano

Giulio Bucchi
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Partiti i primi missili italiani sul suolo della Libia, c'è già l'effetto boomerang in Parlamento. Intorno alle 12.50 è  partita da Trapani la prima missione di guerra dei Tornado italiani armati con bombe. Due gli aerei decollati, col compito di colpire obiettivi militari nell'area di Misurata. Gelido il commento del ministro leghista Roberto Calderoli: "Si va di male in peggio". Sintomo che alla Lega, la decisione di Berlusconi e del governo, non va proprio giù. E in Aula, il prossimo 3 maggio, si voteranno le varie mozioni sull'argomento. Per il ministro degli Esteri Franco Frattini sono frutto di "speculazione politica", e non è un caso che proprio oggi per sfruttare gli attriti tra Pdl e Lega abbia presentato un suo documento il Pd. Berlusconi, salito nel tardo pomeriggio al Quirinale per riferire al presidente Giorgio Napolitano, ha rassicurato sull'assoluta "coerenza" della missione italiana rispetto agli impegni già presi col Parlamento. IL CAV AL COLLE - "La partecipazione italiana alle operazioni militari in Libia avverrà sulla base della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e del voto già espresso dal Parlamento italiano": lo ha assicurato Berlusconi a Napolitano nel colloquio da poco terminato al Quirinale e i cui contenuti sono stati diramati da una nota del Colle. Lo scorso 26 aprile il Capo dello Stato aveva definito io nuovi impegni militari dell'Italia uno "sviluppo naturale" della scelta compiuta dall'Italia a metà marzo, secondo la linea fissata nel consiglio supremo di difesa e confortata da un ampio consenso in Parlamento. LA STRATEGIA DEL CAV - E' proprio su questo punto che sta lavorando Berlusconi. La volontà del premier è quella di far presentare alla maggioranza (i Responsabili hanno chiesto un "testo comune") una mozione che ricalchi in tutto e per tutto quanto ribadito dal presidente Napolitano in merito al ruolo dell'Italia. "Di un eventuale voto in Parlamento non ho paura", aveva assicurato ieri sera Berlusconi, assicurando che "l'intesa con la Lega non è mai stata in discussione", nonostante il Carroccio mercoledì avesse più volte criticato, con Bossi e Maroni, la politica estera del Cavaliere. TESTO FUMOSO - Il Pd, però, prova a spaccare il fronte. "Adottare ogni iniziativa necessaria ad assicurare una concreta protezione dei civili, in coerenza con le deliberazioni adottate dal Consiglio di sicurezza delle nazioni unite e le conseguenti deliberazioni del Parlamento italiano, mantenendo altresì costantemente aggiornate le Camere sulla quotidiana evoluzione del contesto libico". Testo un po' fumoso, quello firmato dal capogruppo alla Camera Dario Franceschini, che non cita apertamente i bombardamenti italiani e che proprio per questo potrebbe attrarrre a sinistra Bossi e compagni. E' la stessa opposizione, però a rischiare di andare incontro a pesanti contraddizioni. L'Idv, per esempio, ha presentato una sua mozione autonoma che si oppone alla decisione del premier di autorizzare i bombardamenti: "E' un grande occasione per tutte le opposizioni. Il 3 maggio, quando si voterà la mozione, avremo l'opportunità di verificare se la maggioranza c'è ancora o, come sembra, si è liquefatta", ha spiegato il capogruppo Massimo Donadi. Il problema è che per il Pd il tema è scivoloso: il 24 marzo scorso i democratici avevano già votato (a fianco del Pdl) la mozione che inquadrava la missione italiana nella risoluzione Onu. Discostarsi dal quel testo significherebbe fare una marciaindietro puramente strumentale.

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