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Mediatrade, Cav in aula: "Per 24 volte accuse inventate"

Berlusconi a Milano: "Grave che premier non possa occuparsi del Paese". In tribunale rilascia dichiarazioni spontanee

Giulio Bucchi
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Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi è giunto a Palazzo di Giustizia di Milano intorno alle 9 di lunedì mattina per l'udienza preliminare sul caso Mediatrade dove è imputato insieme al figlio Pier Silvio, a Fedele Confalonieri, e altre nove persone per presunte irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi che, secondo l'accusa, sarebbero stati acquistati a prezzi gonfiati per creare fondi neri. L'udienza è durata circa tre ore e mezza: il procedimento è stato sospeso fino alle 15. Berlusconi, nell'udienza a porte chiuse, ha fatto dichiarazioni spontanee sull'effettivo utilizzo degli intermediari nel mercato dei diritti tv. LE DEPOSIZIONI - Di fronte al gup, Maria Vicidomini, hanno parlato anche gli avvocati Giorgio Perroni, difensore del banchiere di Arner Bank, Paolo Del Bue, e Nerio Diodà, legale della manager del gruppo Fininvest, Gabriella Ballabio. Seguiranno gli interventi di Roberto Pisano, difensore di Frank Agrama - l'uomo accusato di essere il "socio occulto" del Cavaliere nella creazione di fondi neri. Il premier si è intrattenuto con i sostenitori anche all'uscita dall'udienza, salutando più volte e sorridendo, per poi allontanarsi da Palazzo di Giustizia all'interno dell'auto blindata. DICHIARAZIONI - L'udienza cade in un momento di tensioni internazionali crescenti. Dal fronte Libia, con le minacce di Gheddafi all'Italia e la tensione tra Pdl e Lega, all'uccisione di Bin Laden. "Non voglio in questa occasione stigmatizzare questo fatto - aveva esordito Berlusconi di fronte ai giornalisti prima dell'udienza - però certamente è qualcosa che non va nella direzione giusta per la democrazia, cioè avere il proprio responsabile di governo costretto a passare delle ore in tribunale mentre ci sono tutti questi accadimenti internazionali importanti e c'è una situazione internazionale che richiederebbe la mia presenza nel Paese". Fuori da Palazzo di Giustizia, il premier aveva ribadito che le accuse a lui rivolte sono "fatti di pura invenzione che già per 24 volte mi hanno portato a processo con delle accuse che poi gli stessi magistrati hanno dichiarato infondate". "SOVVERSIVO" - Un tentativo che il presidente del Consiglio, nelle scorse settimane, ha definito 'sovversivo'. "Sarebbe bastato - ricorda oggi - che uno di questi colpi fosse andato a segno per eliminare dalla vita politica chi nella vita politica c'è perché il popolo lo ha scelto con elezioni democratiche". "Pensate - incalza Berlusconi -: 24 tentativi di accuse che i magistrati -sottolinea- hanno trovato non veritiere, infondate ma bastava che un colpo solo di questi 24 fosse andato a buon fine per avere un risultato eversivo sulla volontà popolare".

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