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Lula annulla viaggio in Italia: teme contestazioni per Battisti

Indiscrezione riportata dal quotidiano Folha de Sao Paulo. Poche ore prima, Frattini duro: "Ha sbagliato solo ed esclusivamente lui"

Andrea Tempestini
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L'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha cancellato il suo viaggio a Roma a fine giugno, nel timore di dover affrontare contestazioni per la sua decisione di negare l'estradizione a Cesare Battisti. Lo sostiene il quotidiano brasiliano Folha de Sao Paulo, che spiega come Lula dovesse partecipare a un seminario sull'agricoltura, ma anche spingere sulla candidatura del suo ex ministro per la Sicurezza  alimentare, Josè Graziano, alla direzione generale della Fao. Secondo il quotidiano, dopo le polemiche su Battisti la presenza di Lula "potrebbe diventare un ostacolo alla vittoria di Graziano". Frattini duro - Poche ore prima che filtrasse l'indiscrezione, il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, al programma Le Storie - Diario italiano di Radiotre, aveva rilasciato delle dure dichiarazioni che devono aver fatto crescere le perplessità di Lula. Nel caso Battisti, aveva spiegato il ministro, "chi ha sbagliato è solo ed esclusivamente l'ex presidente del Brasile, che ha fatto un gravissimo errore. Se noi dobbiamo stare da una parte - aveva sottolineato Frattini -, in questi casi dobbiamo essere, senza se e senza ma, da una parte sola, cioè dalla parte della necessità di garantire che Battisti venga in galera in Italia. E allora, che si diche che non è il governo brasiliano che ha sbagliato, come invece ha sbagliato gravemente, ma c'è qualcosa da rimproverare al governo italiano, questo è assolutamente clamoroso". "Portare argomenti chiari" - Il titolare della Farnesina aveva proseguito sottolinando come chi accusa il premier, Silvio Berlusconi, di negligenza sbaglia. "In questo caso Berlusconi non c'entra assolutamente niente, anzi mi sorprende che si faccia questo accostamento". Poi una battuta sulla sentenza dell'alta corte brasiliana, che ha negato l'estradizione, e contro la quale l'Italia ha annunciato il ricorso al Tribunale internazionale dell'Aja: "Bisognerà portare argomenti giuridici chiari. Uno di questi - aveva concluso Frattini - è la chiara violazione di un trattato internazionale come è il trattato di estradizione tra i due Paesi".

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