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Milano, maresciallo arrestato per molestie su undici donne

Massimo Gatto era il comandante della Caserma di Parabiaco. L'inchiesta è partita da denuncia di una 19enne. Poi, sentite le altre

Rosa Sirico
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Ci sono undici denunce per violenza sessuale, concussione sessuale e perquisizione arbitraria alla base dell'arresto di  Massimo Gatto, maresciallo dei Carabinieri di Parabiago, in provincia di Milano. L'uomo è stato denunciato da undici donne, ma sono sono già quattro, i casi sono caduti in prescrizione e non contestati nell'ordinanza di arresto. Le denuncia di una ragazza polacca - L'inchiesta che ha portato all'arresto di Gatto è partita dalla denuncia di una polacca di 19 anni, trattenuta lo scorso gennaio nella camera di sicurezza della stazione di Parabiago per 48 ore dopo essere stata arrestata per il furto di due consolle Nintendo in un supermercato. Nel fine settimana del 15 e 16 gennaio, la ragazza, da poco arrivata in Italia e in attesa del processo per direttissima, sarebbe stata prima palpeggiata dal maresciallo, che avrebbe finto di perquisirla nonostante l'avesse già fatto un militare donna; poi in più occasioni sarebbe stata accompagnata nei bagni o in luoghi appartati della caserma e violentata. Il lunedì successivo, dopo aver patteggiato la pena per il furto con la sospensione condizionale, la ragazza è rimessa in libertà dal giudice ed è corsa alla stazione Centrale dove ha sporto denuncia presso gli uffici della Polfer. Le testimonianze - Subito i poliziotti hanno allertato il pubblico ministero di turno, davanti al quale la 19enne ha descritto in modo dettagliato tutto l'accaduto e i luoghi in cui sarebbero avvenute le violenze e che non avrebbe potuto conoscere per il solo fatto di essere stata trattenuta in camera di sicurezza. L'inchiesta è poi stata affidata al pm Cristiana Roveda del dipartimento dei reati contro i soggetti deboli, che ha sentito tutti i carabinieri della stazione in servizio nelle 48 ore in cui la 19enne è stata trattenuta. I militari hanno confermato di aver visto il maresciallo perquisire la ragazza e farla uscire dalla camera di sicurezza contro ogni regola. Qualcuno ha anche riferito di aver ricevuto nel tempo le confidenze di altre donne che in situazioni diverse si sarebbero lamentate di essere state molestate o comunque di essere state oggetto di attenzioni indesiderate, ma che, invitate a sporgere denuncia, non lo hanno mai fatto. Alcune di queste donne sono poi state identificate e a loro volta sentite da Roveda.  

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