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Crisi globale: i grandi tremano Vertice d'emergenza del G7

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Euro, downgrade Usa, mercati in tilt. Fissata una conferenza telefonica nelle prossime ore, summit a Marsiglia a settembre

Giulio Bucchi
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Il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso l'aveva detto: "La crisi ormai non è più un problema solo della periferia Ue". La dimostrazione è arrivata a breve giro di posta, con i ribassi (e i tilt) di tutte le Borse europee e la decisione dell'agenzia Standard & Poor's di declassare il rating degli Stati Uniti da AAA a AA+. Quel downgrade minimo eppure storico è una scossa tellurica che aggiunta all'Italia che trema, a Spagna, Irlanda e Portogallo che barcollano e alla Grecia salvata (?) per un pelo dal precipizio rischiano di trasformarsi in terremoto globale. Anche perché una crisi degli Stati Uniti comporterebbe una difficoltà da parte di Washington di coprire il proprio debito, enorme. Non a caso il creditore maggiore degli americani, la Cina, li ha già avvertiti: "Basta fare i farfalloni, contenete le spese". Se soffrono gli Usa però soffre anche la Cina, e se soffre la Cina ci va di mezzo pure la Germania, la cui solidità economica è legata a doppio filo alle importazioni di Pechino. Summit telefonico - Logico, dunque, che i grandi del mondo siano in allerta. E' stata una fonte diplomatica europea a comunicare, poche ore dopo l'anticipazione data da Silvio Berlusconi nella conferenza stampa di Palazzo Chigi, di un G7 straordinario con i ministri delle finanze che sabato sera o domenica si consulteranno telefonicamente per discutere della situazione dei mercati. Alla conferenza telefonica parteciperanno anche i governatori delle banche centrali dei singoli Paesi. Secondo calendario, i ministri e i banchieri centrali dovrebbero incontrarsi poi a inizio settembre a Marsiglia.

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