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Il Senatùr spara su Brunetta: "Nano, non rompere i c..."

Il Carroccio sul pacchetto anti-crisi. Maroni difende i Comuni. Bossi: "Abbiamo salvato le pensioni". Poi la bordata contro ministro

Andrea Tempestini
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La Lega Nord ha parlato della manovra, e lo ha fatto con due dei suoi uomini più significativi: Umberto Bossi e Roberto Maroni. La richiesta del ministro dell'Interno è chiara: "Non tagliare i Comuni". Dopo le aperture di Berlusconi ad eventuali modifiche al provvedimento anti-crisi, Maroni ha sottolineato: "La manovra del Governo non è blindata. Credo che il Parlamento debba fare uno sforzo per garantire un taglio dei tagli previsti per le autonomie locali. Mi auguro che i tagli ai comuni - ha proseguito - si possano azzerare introducendo altre misure". Poi sulla sicurezza: "Il taglio delle province, previsto nella manovra del Governo porta con sè una diminuzione delle prefetture ma non una diminuzione della presenza delle forze dell'ordine sul territorio". Problemi morali - Il leader leghista, Umberto Bossi, ha invece svelato i suoi problemi di coscienza nella preparazione della manovra: "Salvi i poveracci che non riescono a mangiare o i Comuni che se la cavano?", si chiedeva. Durante il comizio di Ferragosto a Ponte di Legno il Senatùr ha ribadito che "il governo deve salvare gli enti locali, ma non a costo di affamare i poveracci, perché l'economia si sviluppa dal basso. Non avevo alternativa e mi sento la coscienza a posto - ha assiucrato -, agli enti locali ci penseremo dopo". Bossi: "Nano non rompere i c..." - Bossi ha poi voluto rivendicare i meriti della Lega Nord, in primis "quello di aver salvato le pensioni". Un tema sul quale, ha spiegato il ministro delle Riforme, "abbiamo litigato tutto il giorno e per poco non passiamo alle vie di fatto", ovvero alle botte. Il riferimento, in particolare, era a una telefonata arrivata in CdM a Renato Brunetta da parte di Bankitalia. Bossi ci è andato giù duro: "A Brunetta ho detto: Nano di Venezia, non rompere i coglioni...". Il ruolo della Bce - Quindi il leader del Carroccio è tornato a parlare anche del ruolo che ha avuto la Banca centrale europea in queste ultime, convulse, settimane. "La crisi che ha colpito il Paese è stato un segnale inequivocabile: è arrivata la fine dell'Italia, questa è la verità. "e Tremonti non vende i titoli di Stato non riesce a pagare pensioni e sanità. Siamo al dunque, bisognava fare un pò di tagli altrimenti l'Europa stavolta ci uccideva", ha inquadrato la situazione Bossi. "Nessuno - ha continuato - voleva fare i tagli, e per noi è stato meglio scegliere a favore dei poveri, che possono andare avanti nella battaglia per l'obiettivo finale: la Padania libera. Noi non ce la facciamo più".

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