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Il premier studia la strategia per eliminare la 'supertassa'

Il Cavaliere: "Non importa come, mi basta toglierla". Via il prelievo sui redditi: tagli alla Casta, via Province, aumento dell'Iva

Giulio Bucchi
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Silvio Berlusconi detta l'ordine ai suoi: "Togliete la supertassa, non importa come ma fatelo". Il premier tenta di trovare la quadra sulla difficile manovra-bis. Sa che si preparano tempi di lacrime e sangue, ma il messaggio è chiaro: il piano, così com'è ora, è troppo iniquo. Ecco perché a Palazzo Chigi, in stretto contatto con il segretario del Pdl Angelino Alfano, si studiano diverse ipotesi. Innanzitutto, come scrive Tommaso Montesano su Libero in edicola oggi, quella di aumentare di un punto l'aliquota Iva del 20% e incassare 4,3 miliardi di euro l'anno nel triennio 2012-2014. Ancora: sopprimere tutte le Province, non solo quelle sotto i 300mila abitanti, e dimezzare il numero dei parlamentari. Via la supertassa - Tutto questo per poter eliminare il contributo di solidarietà a carico dei redditi medio-alti al di sopra dei 100mila euro. L'alternativa è riformularla con l'introduzione del quoziente familiare. Il Cavaliere ha un altro obiettivo: risparmiare i piccoli Comuni, a rischio chiusura o accorpamento. "Meglio dimezzare i parlamentari", ripete Berlusconi ai suoi. Il taglio dei costi della politica (e della Casta) è la base della manovra-bis. L'appuntamento chiave èer governo e maggioranza è fissato per stasera alle 19. A Palazzo Madama. Quando Angelino Alfano incontrerà i direttivi dei gruppi parlamentari di Montecitorio e Palazzo Madama. Allargati, per l'occasione, a presidenti e capogruppo di commissione e a tutti i componenti delle commissioni Bilancio dei due rami del Parlamento. Obiettivo: trovare una sintesi tra le proposte di chi vuole cambiare il decreto legge contenente le misure per anticipare il pareggio di bilancio 2013. Berlusconi, attraverso il portavoce Paolo Bonaiuti, è stato chiaro: "La parola passa al Parlamento con un'avvertenza precisa: bisogna rispettare tempi rapidi per l'approvazione e i saldi globali della manovra non possono essere toccati". Da qui il mandato conferito ad Alfano: trovare un accordo tra le anime del partito che hanno espresso contrarietà al piano anti-crisi firmato da Giulio Tremonti, ministro dell'Economia. Che in caso di accordi rimarrebbe ancora una volta isolato. Resistenze interne - Berlusconi e Alfano sono convinti di superare le resistenze di chi si oppone alla manovra. Come il gruppo di parlamentari riconducibili a Claudio Scajola, ad esempio, che giusto ieri hanno annunciato la presentazione di un pacchetto di emendamenti basato su aumento dell'Iva (seppure delle due aliquote del 10 e 20%), rimodulazione del contributo di solidarietà attraverso l'introduzione del quoziente familiare e soppressione delle Province "aventi sede nelle aree metropolitane". L'aumento dell'Iva in cambio della cancellazione della nuova tassa sui redditi medio-alti non dispiace neppure a Giorgio Stracquadanio, altro animatore della rivolta anti-Tremonti: "Potremmo accettarlo come extrema ratio, per noi è importante cambiare l'impostazione di base della manovra". Lo stesso Crosetto, alla fine dei colloqui, dispensa ottimismo dichiarandosi «soddisfatto» del metodo della concertazione inaugurato da Alfano. Metodo, però, la cui efficacia dovrà essere testata stasera in quello che il sottosegretario considera l'incontro "vero e ufficiale" per trovare una sintesi.

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