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Il Cav consigliava Lavitola: "Resta dove sei, in Bulgaria"

L'Espresso: Berlusconi invitava l'ex direttore a non tornare in Italia. Straordinario tempismo della macchina del fango: le rivelazioni ad orologeria

Veneziani Gianluca
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Quando si dice estorsioni bulgare. In una telefonata pubblicata in esclusiva dall'Espresso in edicola domani, venerdì 9 settembre, Silvio Berlusconi invitava Valter Lavitola, momentaneamente in trasferta a Sofia, a restarsene dov'è. L'intercettazione risalirebbe al periodo della fuga di notizie sull'inchiesta napoletana sul giro di escort dell'imprenditore pugliese Gianpiero Tarantini, che vede indagati lo stesso Tarantini, sua moglie e Lavitola per estorsione al premier. La macchina del fango lavora a pieni giri, e con un tempismo che ormai non ha più nemmeno nulla di sospetto, prosegue incessante la fuga di notizie dalle procure. Un orologio dai meccanismi ben oliati: il timer suona e vengono sganciati, seguendo scadenze prefissate, nuovi siluri contro il premier. "Resta dove sei" - Nella telefonata, avvenuta il 24 agosto, l'ex direttore dell'Avanti è all'estero e si propone di tornare di Italia per chiarire tutto sulla vicenda. Ma il premier lo scoraggia: "Resta dove sei". In quel momento Lavitola non è ancora stato raggiunto dal provvedimento di misura cautelare per estorsione. Quando arriva l'ordine cautelare, Lavitola non è a casa e neppure in Italia. E' ufficialmente all'estero per motivi di lavoro, sostiene. Ma forse sarebbe tornato dall'esilio, se Silvio non lo avesse scoraggiato. Nel frattempo il settimanale Panorama aveva già anticipato l'indagine in corso a Napoli nei confronti di Lavitola, Tarantini e di sua moglie. Nell'indagine si ipotizza l'estorsione ai danni di Silvio Berlusconi. La fuga di notizie finite sulle pagine di Panorama aveva provocato la dura reazione dei pm napoletani, che la hanno ritenuta un danno per l'inchiesta. Ghedini: "Pura diffamazione" - "Con reiterate violazioni del segreto e comunque con violazione del divieto di pubblicazione, continuano ad uscire dalle indagini in corso a Napoli notizie ed atti, addirittura a volte in tempo reale rispetto agli accadimenti stessi. La notizia apparsa sul sito dell'Espresso che il Presidente Berlusconi avrebbe detto al Lavitola di non tornare è del tutto assurda ed infondata", inizia con una smentita categorica il commento dell'avvocato del premier, Nicolò Ghedini. "Durante una conversazione privata e del tutto irrilevante per il procedimento in corso, di cui fra l'altro non si conosce neppure l'autenticità o la completezza, - continua Ghedini -il Presidente Berlusconi si sarebbe limitato a ribadire al Lavitola la sua totale tranquillità ed estraneità ad ogni vicenda. Atteggiamento questo tenuto anche dal Lavitola. A fronte di tale certezze il Presidente Berlusconi non avrebbe avuto motivo di consigliare a Lavitola di tornare precipitosamente in Italia, ritenendo quindi che potesse rientrare nei tempi dallo stesso già previsti ed evidentemente correlati ad impegni di lavoro". Così l'avvocato definisce le ultime notizie diffuse dall'Espresso, pure illazioni "palesemente diffamatorie e prive di pregio". "Si ricorda inoltre - specifica Ghedini - che a quella data non vi era alcun provvedimento custodiale nei confronti di Lavitola, che è stato emesso a distanza di quasi una settimana". "Fatto gravissimo" - "Se è vero che Silvio Berlusconi ha consigliato Valter Lavitola di restare all'estero anzichè tornare in Italia e chiarire le vicende giudiziarie che lo riguardano - commenta la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti -. La portata di questa notizia è tale da esigere un'immediata e personale smentita su ogni eventuale coinvolgimento del presidente Berlusconi nella latitanza del faccendiere". Intanto Berlusconi ha scritto quasi 300 pagine alla Giunta per le autorizzazioni della Camera per evitare che vengano utilizzati i tabulati telefonici delle sue conversazioni con Tarantini, da cui risulterebbe la tentata estorsione da parte dell'imprenditore barese. "Via da Palazzo Chigi" - Dura reazione anche di Carmelo Briguglio, vicepresidente vicario di Futuro e Libertà alla Camera: "Se è vera l'intecettazione il presidente della Repubblica imponga a un presidente del Consiglio complice di un latitante, già utilizzato come killer per dimissionare il presidente della Camera, di lasciare palazzo Chigi".

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