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Pisapia pianta la tenda araba Moschea in piazza Duomo

La struttura piazzata davanti alla Cattedrale sponsorizza il kuwait. Il Pdl: scelta inopportuna

Costanza Signorelli
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La contraddizione prima di tutto. «Come regola di base», suggeriscono dall'opposizione a Palazzo Marino. Dentro al Comune una manifestazione per dire no alla pena di morte, fuori, in piazza Duomo, un maxi tendone (l'iniziativa Don't wait, Kuwait) che per cinque giorni sponsorizzerà le bellezze del Kuwait, dove la pena capitale è tuttora in vigore. Certo, serve dare una mano a uno dei paesi che parteciperà a Expo   2015, creare «una collaborazione nel campo dell'economia, della ricerca scientifica e della cultura», e porre l'attenzione «al tema dei diritti umani», come ha precisato il sindaco Giuliano Pisapia. Ma davanti alle numerose critiche  sull'opportunità di organizzare un evento di questo tipo proprio in piazza Duomo l'assessore al Commercio Franco D'Alfonso scarica il barile. La responsabilità è della giunta Moratti, che ha fatto una programmazione di iniziative nel centro storico fino a dicembre. Non si può cambiare nulla. Mani legate. Altra contraddizione. «Legate? Da quando? - ironizza il capogruppo PdL a Palazzo Marino Carlo Masseroli - Pisapia ha mai avuto problemi a ritirare iniziative della scorsa amministrazione? Un esempio su tutti, il Pgt. E non parliamo della querelle intorno alle sfilate». Kermesse posizionata a lato del Duomo dopo che la Curia prima e l'Anpi poi, avevano bocciato altre location. La mannaia arancione si è abbattuta su più di una decisione dell'ex giunta. «Lungo elenco di croci - ammette l'ex assessore all'Arredo  Maurizio Cadeo - Il concorso Led è miseramente finito, hanno eliminato le luci natalizie, la collaborazione tra università e Parco delle Cave è terminata, molti cda sono saltati.  La nuova giunta non si è mai fatta scrupoli a cambiare rotta». Più moderata la Lega. «Non voglio entrare nel merito del cattivo gusto di un evento arabo di fronte alla  cattedrale - spiega Igor Iezzi, segretario provinciale della Lega - ma mi sembrava una linea comune quella di evitare il commercio sul sagrato». Giusto un anno fa l'ex sindaco Moratti tolse il negozio di Tiffany sotto l'albero di Natale dopo le proteste della Curia. Ora dal Comune l'annuncio di una  commissione (peraltro già esistente) per vagliare gli eventi del centro: dal 1 gennaio più spazio alla cultura e agli  eventi «nazional-popolari». di Sara Biondini

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