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Il pugno durissimo di Maroni: "Daspo anche nei cortei"

Scontri Roma, informativa alla Camera: "E' stato terrorismo urbano. Ora arresto in flagranza e fideiussione per poter sfilare"

Giulio Bucchi
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"Una nuova Genova", "terrorismo urbano", "assalto al Parlamento". Il ministro degli Interni Roberto Maroni, nella sua informativa al Senato, ricostruisce quanto accaduto sabato a Roma, in occasione del corteo degli indignati degenerato in violenza, disegnando un quadro allarmante e gravissimo. "Le forze dell'ordine non erano affatto impreparate a gestire l'ordine pubblico - spiega il ministro -, c'è stata comunicazione tra la Digos delle varie città". Il problema è che "le norme di legge attuali non consentono azioni preventive di polizia di chi è solo sospettato di voler prendere parte a iniziative violente". Ecco perché Maroni invoca una legge Reale bis per "intervenire con efficacia con azioni di prevenzione per impedire che le violenze vengano attuate". Come nel caso di alcuini giovani fermati con mazzette, biglie di vetro, e altri strumenti che lasciavano intendere la loro intenzione di partecipare agli scontri, ma che gli agenti sono stati costretti a rilasciare. "Bisogna dare la facoltà alla polizia di fermi preventivi e arresti in flagranza differita". Il pacchetto di misure - Nel dettaglio le misure alle quali stanno lavorando gli uomini di governo prevedono l'arresto in flagranza differita, Daspo anche per i cortei, uno specifico reato associativo per chi esercita violenza aggravata nelle manifestazioni e maggiori tutele giuridiche per i poliziotti. Roberto Maroni ha però annunciato che sul pacchetto di misure verranno consultate tutte le forze politiche. Inoltre, il governo sta pensando anche a una sorta di fideiussione per poter manifestare: gli organizzatori dei cortei dovranno dare garanzie economiche per riparare a eventuali danni provocati dai cortei. Terrorismo urbano - L'obiettivo delle frange violente degli indignati, ha proseguito nella sua informativa, era "assaltare Camera e Senato, e gli è stato impedito", ha ricordato Maroni. "Volevano una nuova Genova", ricordando quanto accaduto dieci anni fa in occasione del G8 in cui perse la vita il no global Carlo Giuliani. Sabato scorso a Roma è andata in scena "una nuova, per molti versi inedita forma di terrorismo, che potremmo chiamare terrorismo urbano". La reazione dello Stato, aggiunge però Maroni, c'è stata anche se ha colpito solo alcuni dei "3.000 incappucciati": "Dodici arresti e altri 8 di cui 6 minorenni sono stati denunciati". Ma, anche in vista di quanto rischia di accadere domenica in Valsusa per la protesta dei No Tav, potrebbe non bastare. Sulla Valsusa - In Senato Maroni ha colto anche l'occasione per stigmatizzare alcune dichiarazioni rilasciate dagli organizzatori della manifestazione No Tav prevista per domenica prossa, dove è stata promessa guerriglia. Il ministro ha specificato di ritenere quella in programma il prossimo 23 ottobre "una manifestazione a rischio. Ho allertato il prefetto di Torino, e ho dato indicazioni perché vengano prese tutte le misure idonee per evitare ogni episodio di violenza alla manifestazione in Val di Susa. A tal fine - ha concluso Maroni, applaudito da Palazzo Madama - invito anche tutti gli amministratori locali a dissociarsi da ogni episodio di violenza".

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