Darfur, rapiti operatori di Msf
C'è anche un medico italiano
Cinque operatori della sezione belga di Medici senza frontiere, tracui un italiano, un francese, una donna canadese e due locali, sonostati sequestrati nella regione sudanese del Darfur. La Farnesina ha confermato il rapimentodel nostro connazionale, Mauro D'Ascanio, 34 anni, originario di Vicenza, che era in Sudan da sei mesi. Gli altri due ostaggi sono il medico francese Raphael Meonier (coordinatore della missione) e l'infermiera canadese Laura Archer. Due persone sono state già liberate: per i tre ostaggi è stato chiesto un riscatto. Ancora sconosciuto il gruppo cui appartengono i rapitori. Cauto ottimismo - Il ministero degli Esteri sudanese, attraverso il portavoce Ali al-Sadiq, che ha rilasciato un'intervista alla tv Al Jazira -, ha fatto sapere che "glli ostaggirapiti in Darfur stanno bene e saranno liberati nelle prossime ore. Leautorità sudanesi e i reparti speciali sono sul posto in cui vengonotenuti gli ostaggi". La notiziaè confermata da Hani Khalifa, vice presidente di Msf in Svezia: "Abbiamo parlato al telefono poco fa con uno dei tre ostaggi e ci hadetto che lui e i suoi compagni stanno bene e non hanno subito alcuntipo di maltrattamento". Intanto 'Medici senza Frontiere' sta lasciando il Darfur. Conferme della Farnesina - "C'é anche un cittadino italiano fra gli operatori della sezione belgadi Medecins Sans Frontieres sequestrati in Sudan", si legge in una notadel ministero degli Esteri, in cui si precisa che "su istruzioni del MinistroFrattini, che si mantiene in strettocontatto con i familiari del rapito, ha avviato tutte le necessarieazioni per promuovere la positiva soluzione del caso. Il Ministero harichiesto a tal fine anche la collaborazione delle Autorità sudanesi,alle quali è stato sottolineato che obiettivo assolutamente prioritariodeve essere la piena salvaguardia dell' incolumità del connazionale eche pertanto non devono essere intraprese azioni che possanocomprometterla". La Farnesina è in contatto con ifamiliari del rapito, ha chiesto il massimo riserbo e la collaborazione delle autoritàsudanesi, cui è stato sottolineato che obiettivo assolutamenteprioritario deve essere la piena salvaguardia dell'incolumità delconnazionale e che pertanto non devono essere intraprese azioni chepossano comprometterla. Il rapimento - Il sequestro è avvenuto intorno alle 19 di mercoledì nella cittadina diSerif Umra. Un gruppo di uomini armati sconosciuto ha fatto irruzionenella sede della Ong portando via cinque operatori. I due operatori locali sono stati liberati poco dopo: a loro irapitori hanno consegnato la lettera con la richiesta del riscatto, dicui non si conosce l'entità. Il blitz è avvenuto senza alcuna violenza,spiegano i due sudanesi liberati, che confermano di essere stati sempre trattati bene.