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Non soltanto gli sciacalli... Arrivano i "turisti del fango"

Dopo l'alluvione in Liguria arrivano in squadre per rubare scarpe, vestiti e anche le sigarette. Posti di blocco sull'Aurelia per fermarli

Andrea Tempestini
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Sarei falso se affermassi che non me l'aspettavo, ma ogni volta si rimane davvero sorpresi nell'apprendere che esistono persone così ignobili. Come ormai di prassi, specie in Italia quando si verificano disastri di questa portata, gli sciacalli  riescono ad arrivare prima di acqua potabile e gas. I carabinieri venerdì mattina, a Borghetto di Vara, hanno arrestato due uomini di origine marocchina sorpresi a rovistare all'interno di un'abitazione alluvionata. L'ho appreso quasi per caso quando ieri alcuni militari hanno fermato me e un mio amico per chiederci se avevamo notato qualcosa di strano: «State attenti perché in giro è pieno di gente simile» ci hanno avvertiti, «se vedete qualcuno di sospetto non esitate a fermarlo e ad avvertirci». «Oltre al disastro, abbiamo anche da pensare a questi» è stato il mio primo pensiero. I militari, oltre alle ronde, stanno cercando di organizzare posti di blocco sia in prossimità del casello autostradale che dell'Aurelia. Temono, infatti, che il riassestamento della viabilità potrebbe, e di molto, aumentare il fenomeno. Episodi di sciacallaggio si sono verificati anche a Brugnato dove, ad esempio, sia il negozio d'abbigliamento sia quello di calzature e un tabaccaio hanno subito furti. Il primo se la è cavata con la vetrina distrutta e il furto di jeans e camicie. Dal secondo sono sparite 60 paia di scarpe. Nel terzo, sono state rubate le schede telefoniche. E oltre agli sciacalli, in queste ore gli alluvionati devono far fronte anche a quello che ormai viene definito -a ragione - “turismo delle disgrazie”. Il flusso di curiosi che, specie nel weekend, decide di trascorrere alcune ore in luoghi teatro di disgrazie, drammi e tragedie di vario tipo. Intralciando, con la loro presenza, il lavoro di altri. Per evitare questo afflusso di “sgraditi” ospiti da ieri, uomini del reparto Celere della Polizia di Stato stanno filtrando gli accessi alla barriera autostradale di Brugnato per evitare che i curiosi possano intralciare le operazioni di soccorso. Per fronteggiare questa “nuova brutta mania” tutta italiana, nelle scorse ore, l'unità di crisi costituita in Lunigiana ha lanciato un appello. «Nelle zone colpite dall'alluvione le condizioni della viabilità e delle infrastrutture sono ancora problematiche» hanno spiegato i responsabili dell'unità di crisi, composta da rappresentanti della Regione, degli Enti locali, delle Forze dell'ordine e del volontariato, «personale e mezzi di soccorso sono ancora molto impegnati a ripristinare servizi e condizioni di vivibilità per la popolazione colpita, mentre sono costantemente in atto operazioni di vigilanza e monitoraggio del territorio. È quindi opportuno non considerare in questo momento le località critiche della Lunigiana come meta turistica». I lavori, intanto, vanno avanti lenti. Ma procedono. Nei borghi, se l'odoraccio di fango mischiato a gasolio e benzina rimane, diminuiscono le montagne di detriti: la presenza delle ruspe rallegra tutti. Quando passano io e gli altri lasciamo per un attimo le pale e le guardiamo sorridendo, quasi fossero angeli. Ne dovrebbero arrivare altre duecento dal Trentino, per provare, almeno in una decina di giorni, a togliere completamente il fango. Intanto mi sono accorto che sono stati fatti i primi riallacci per l'elettricità. Insomma, la vita anche qui sta pian piano tornando alla normalità. Sono arrivate anche altre pompe per prosciugare, oltre all'acqua non potabile che ci permette però di cominciare a pulire le abitazioni, negozi e usufruire dei servizi igenici. E continuano ad arrivare decine e decine di volontari autonomi che sopperiscono alle mancanze della Protezione Civile. Proprio in questo senso, tra la gente, sta montando il malcontento: non ci sarebbe da sorprendersi se finisse a cazzotti come accaduto ad Aulla. Lo dico non per creare falsi allarmismi ma la disperazione ha reso la gente suscettibile, si sente in credito con le istituzioni. A parte i vigili del fuoco, nessuna delle autorità ci aiuta. «Non ho ancora visto nessuno della Protezione Civile imbracciare una pala» si sfoga Luciano Esposito titolare col fratello Mario del caseificio brugnatese raso al suolo dall'alluvione, «li ho supplicati diverse volte di venire qui da me con una ruspa per pulire all'interno, li sto ancora aspettando». «Hanno tutti le tute pulite, fanno avanti e indietro con tutti 'sti mezzi ma non fanno nulla» le fa eco Vittoria Perinetti del tabaccaio in piazza Martiri a Brungato.  In effetti il grande spiegamento di forze provoca una gran congestionenella strada tra Brugnato e Borghetto, dove per andare avanti e indietro ieri ci ho impiegato quasi un'ora. di Tiziano Ivani

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