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Draghi dà una mano al Cav: taglia i tassi, corre la Borsa

Mossa a sorpresa del neogovernatore della Bce: abbassa all'1,25% il tasso di rifinanziamento. Sui Btp: "Non li compreremo per sempre"

Andrea Tempestini
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Esordio col botto, e con sorpresa, per Mario Draghi alla presidenza della Banca centrale europea, che ha deciso di abbassare il principale tasso di interesse, quello di rifinanziamento, all'1,25% con una riduzione di 0,25 punti percentuali. Un aiuto per tutte le economie europee e anche per Silvio Berlusconi, che soltanto mercoledì aveva appreso con soddisfazione dei dati diffusi da Bankitalia (guarda il video commento di Franco Bechis). Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale europea calano di un quarto di punto: rispettivamente all'1,25%, al 2% e allo 0,50 per cento. La decisione si è tradotta in un balzo in avanti delle Borse europee, che vivevano una giornata in altalena ma comunque all'insegna di rialzi tecnici. I listini europei - Piazza Affari ha chiuso in netto rialzo. L'indice Ftse Mib ha guadagnato il 3,23% a 15.766 punti. Stesso segno positivo per le borse europee: Londra segna +1,12% a 5.545 punti, Francoforte +2,81% a 6.133, Parigi +2,73% a 3.195 e Amsterdam +,211% a 304,50. Notizie meno positive, invece, dal fronte dei titoli di Stato: lo spread tra i Btp e i Bund tedeschi a dieci anni ha toccato un nuovo record storico a 256 punti, con un rendimento pari al 26,90 per cento. Draghi: "Acquisti Bce non per sempre" - La decisione di Darghi sui tassi di interesse è stata comunicata al termine del Consiglio direttivo della Bce. Il neogovernatore dell'Eurotower ha lanciato un avvertimento a tutti quei Paesi che, come l'Italia, versano in difficoltà finanziarie. Il programma della Bce relativo all'acquisto di titoli di stato della zona euro, ha sottolineato Draghi, resta "temporaneo e limitato". Si tratta di operazioni condotte per garantire "la corretta trasmissione della nostra politica monetaria. E' chiaro - ha ribadito il presidente della Bce - che la responsabilità primaria del mantenere la stabilità finanziaria è ad appannaggio delle politiche economiche nazionali. Quindi è inutile, sterile, pensare che i tassi dei titoli sovrani potrebbero scendere grazie a interventi provenienti dall'esterno". Schizza l'euro - Dopo il taglio a sorpresa dei tassi reazione al rialzo anche dell'euro. La moneta unica è schizzata a 1,3770 contro il dollaro, sfiorando un incremento di 0,4 punti percentuali rispetto alla chiusura di mercoledì. Il rialzo è apparentemente in contrasto con la decisione di tagliare i tassi, a cui solitamente coincide un ribasso della valuta di riferimento. Per capire la dinamica è utile ricordare come la politica della Federal Reserve, la banca centrale a stelle e strisce, è ancora più accomodante rispetto a quella continentale: la Fed infatti tiene i tassi ben un punto percentuale sotto quelli della Bce. Negli Stati Uniti, in buona sostanza, il costo del denaro è prossimo allo zero.

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