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I traditori si rifugiano dal Fli: parte la caccia alla poltrona

In pellegrinaggio da Fini per accaparrarsi il posto. Chi ha mollato il Pdl cerca il riposizionamento anche con Casini

Andrea Tempestini
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Chissà perché i frondisti sono andati “in visita” prima da Casini e Cesa, big dell'Udc, poi da Gianfranco Fini, capo di Fli. Riposizionamenti, si dice, del resto in politica è tutto un do ut des: il Terzo Polo fa campagna acquisti con gli scontenti e loro cercano di capire che futuro li attende. Dove saranno ricandidati. Dal Pdl sono partiti con un biglietto di sola andata e ora si schierano per il governo tecnico. L'Udc li celebra come «i veri salvatori della patria».  Roberto Antonione, Giustina Destro e Fabio Gava, tutti ex azzurri, dopo lettere anti-premier e riunioni all'hotel Hassler solo ieri hanno fatto il passo ufficiale dell'iscrizione al Gruppo Misto della Camera e dà lì si stanno muovendo per dare vita alla nascente formazione che dovrebbe avere come capogruppo lo stesso Antonione, un tempo fedelissimo di Silvio Berlusconi. In pole position c'è l'ex Responsabile Luciano Sardelli, che rivendica la paternità dell'idea di mollare la maggioranza (ha traslocato nel Misto molto prima del patatrac del voto sul Rendiconto, in rotta con gli ex compagni). È Sardelli che fa pressing su altri deputati per fare il salto della quaglia e approdare, magari, all'Udc. Da giorni va dicendo che sono in undici, anzi dodici e insomma che è quasi fatta, ma ieri sera Antonione ha ammesso: siamo in otto, aspettiamo fino a sabato per l'ufficialità. Speravano di essere di più, tentavano di scippare altri delusi in fuga dalle truppe berlusconiane e invece per ora sono al palo. Stessa cosa al Senato. Sardelli ha convinto Antonino Milo, firmatario con l'ex sottosegretario agli Esteri Scotti di un'altra missiva in cui si invocava l'allargamento della maggioranza a centristi e finiani. Poi c'è il calabrese Giancarlo Pittelli, l'onnipresente Calogero Mannino, c'è stato un pressing su quattro dell'Mpa, che i frondisti davano per certi.  Della partita dovrebbe essere anche il transfuga finiano Antonio Buonfiglio. Corteggiati Santo Versace, Franco Stradella e altri del Misto. La nascente formazione dovrebbe chiamarsi “Costituente dei moderati e dei liberali”. Non hanno intenzione di aderire, invece, i tre di Noi Sud (Arturo Iannaccone, Elio Belcastro e Americo Porfidia). Ieri sono stati ricevuti da Berlusconi a cui sono fedeli. L'idea era di allearsi con la potente corrente di Micciché (che «voterà un governo Monti se darà garanzie per il Sud»), ma l'ipotesi per ora è tramontata. Miccicché e i suoi sono ambìti anche dai frondisti. Idem gli scajoliani, che sul voto anticipato hanno detto no da subito. Iannaccone sui «traditori» non ha dubbi: sperano in Casini, ma sono promesse... Il leader Udc ha fatto sapere che sosterrà Monti ma senza entrare nell'esecutivo. Insiste sulla necessità di cambiare la legge elettorale e auspica che il nuovo governo duri fino a fine legislatura. Un governo che sarà comunque politico, dichiara Fini, e non tecnico. di Brunella Bolloli

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