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Via libera ai soci del Pelliccia Centri sociali fan la festa a Monti

Il sindaco Alemanno rinnova lo stop ai cortei solo da venerdì. E i centri sociali si preparano per il benvenuto al nuovo premier

Costanza Signorelli
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A Roma si scherza col fuoco. Potrebbe essere un azzardo la mossa del sindaco Gianni Alemanno di non rinnovare l'ordinanza che vieta i cortei nel centro storico proprio nel giorno in cui studenti e centri sociali scenderanno in piazza, decisi a raggiungere i Palazzi del potere. Domani per la Capitale sarà l'ennesima giornata di caos e traffico. La parola d'ordine è dissenso e poco conta che Silvio Berlusconi si sia dimesso lasciando il passo all'esecutivo tecnico di Mario Monti. Agli studenti non interessa, l'obiettivo è creare tensione sociale, evitare che sui «Draghi ribelli» cali il sipario. Le primedonne dei collettivi tornano dunque in piazza, decisi a raggiungere il Senato armati di scudi di plastica. E forse ci riusciranno, perché l'ordinanza di Alemanno che vieta i cortei nel centro è scaduta ieri e verrà rinnovata solo venerdì, il giorno successivo alla Giornata mondiale di mobilitazione studentesca, i cui blitz sono stati preparati con cura dagli esponenti dei centri sociali che da tre giorni occupano l'ateneo più grande d'Europa e che domani si scateneranno, liberi di percorrere le vie che portano ai palazzi della politica. Nel mirino dei dimostranti non c'è più il Cav, bensì il nuovo governo Monti, che chiede sacrifici agli italiani per uscire dalla crisi. I ragazzi urleranno il proprio dissenso sotto lo slogan «Occupiamo il presente, riprendiamoci il futuro». «Il nuovo esecutivo di tecnici sta approntando delle manovre economiche che condurranno alla macelleria sociale», ha spiegato durante l'assemblea Emanuele De Luca, studente, «siamo noi i soggetti cui vogliono far pagare il debito ed è con noi che devono parlare. Hanno messo al governo le banche: ma si possono delegare delle riforme per uscire dalla crisi a chi l'ha veramente creata? È assurdo». Nell'aula tutti contrari «ai tagli alla sanità, all'innalzamento delle pensioni, alla liberalizzazione dei servizi pubblici e alla cancellazione del tetto delle tasse universitarie». Non resta che invadere il centro e cercare lo scontro con la polizia, creare tensione con i cittadini ormai esasperati dai cortei e, se capita, perché no, devastare tutto, bruciare auto, rompere vetrine, assaltare blindati. Scene ancora troppo recenti e impresse nella memoria dei romani, violenze messe in atto da teppisti di professione scatenatisi nella Città Eterna appena un mese fa. Il rischio che studenti educati in famiglie «normali», presi dalla concitazione del momento, possano trasformarsi in belve pronte a lanciare estintori è dietro l'angolo. Meglio abbassare i toni, dunque, prima che la folla scenda in piazza. Forse anche per scongiurare questo rischio Alemanno ha anticipato le mosse dei manifestanti, i quali, dietro il pretesto dell'ordinanza sindacale che vieta le manifestazioni nel centro storico, volevano creare scompiglio. L'idea dei collettivi della Sapienza era violare la «zona rossa» con ogni mezzo, sfondare i cordoni delle forze dell'ordine e raggiungere il Senato. Il primo cittadino, però, conoscendo le mosse dei soliti soggetti ormai da anni in testa ai cortei, ha deciso di non rinnovare immediatamente l'ordinanza, scaduta ieri, ma di prorogarla a partire dal prossimo venerdì, il giorno successivo alla manifestazione studentesca. Un azzardo, quello del sindaco, che scatenerebbe aspre critiche qualora i centri sociali riuscissero a scatenare il panico sotto ai Palazzi. Alemanno, che sul suo blog ha definito il provvedimento «un successo» e ribadito la volontà di «andare avanti su questa strada», ha annunciato che «riprenderemo con una nuova ordinanza che sarà più flessibile: permetterà i cortei in centro ma solo di sabato e con percorsi prestabiliti». Intanto ciò che accadrà domani resta un'incognita, mentre stamattina una delegazione di studenti sarà ricevuta dal prefetto Giuseppe Pecoraro «perché vogliamo conoscere le ragioni del loro malessere», ha fatto sapere. Malessere che, fino a sabato scorso, coincideva con la volontà di annientare Berlusconi e che, adesso, è alla ricerca di un nuovo nemico, un bersaglio che permetta agli amici del Pelliccia di spaccare tutto. di Rita Cavallaro

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