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Saif catturato vestito da pastore "Sono tuareg, vendo cammelli"

Il figlio di Gheddafi ha cercato di fuggire dalla Libia cammuffandosi, Tra i ribelli infastidito dalle troppe sigarette

Giulio Bucchi
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Da erede del Raìs a finto pastore: così travestito Saif al-Islam, secondogenito di Muammar Gheddafi, ha provato a scappare dalla Libia e sfuggire ad un destino segnato, quello di prigioniero dei nuovi leader politici del Paese, i ribelli del Cnt. Le milizie lo hanno catturato sabato vestito da tuareg, con la barba lunga: Saif si è spacciato per "un pastore di cammelli", sostenendo di "chiamarsi Abdul". Identificato, ha mantenuto la calma: "Sparatemi alla testa o portatemi a Zenten", avrebbe chiesto secondo il racconto di Ahmed Amer della brigata che lo ha catturato a Obari. "Se esco da qui mi scaricano addosso i fucili", avrebbe riferito a chi gli era vicino mentre la folla inneggiava fuori alla sua cattura, sparando in aria colpi di 'festeggiamento'. Saif ed i cinque "compagni che erano con lui avevano solo armi leggere, dei kalashnikov, dei fucili automatici e qualche granata. Non hanno avuto il tempo per resistere", ha aggiunto Amer ricostruendo il momento dell'arresto: "avevamo avuto una soffiata della presenza di un personaggio importante, ma non sapevamo di chi si trattasse", ha raccontato spiegando che la sua brigata si è quindi appostata nel deserto. "Abbiamo visto arrivare due auto. A quel punto abbiamo sparato dei colpi in aria per avvertimento e le auto si sono fermate. Da una è sceso Saif". Dopo la cattura, è stato trasferito in volo. Più che il possibile linciaggio, Saif era preoccupato dal fumo passivo e la puzza di sigarette all'interno dell'aereo. A chi gli fumava vicino avrebbe detto "qui si soffoca".

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