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Monti ci dà lo zuccherino: rinuncia allo stipendio

Il contentino dopo la mazzata: il premier non percepirà l'indennità per il suo lavoro da presidente del Consiglio

Andrea Tempestini
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Il governo tecnico di Mario Monti ha varato una manovra lacrime e sangue infarcita di tasse e che colpisce i soliti noti. Il premier cerca di addolcire la pillola comunicando che rinuncerà allo stipendio di Palazzo Chigi.   "Abbiamo stabilito che il presidente del consiglio, i ministri e i sottosegretari non parlamentari che siano dipendenti pubblici non conservino l'intera retribuzione in godimento ma il solo trattamento fondamentale, fatti salvi i diritti previdenziali. Chiediamo sacrifici ai cittadini e da parte mia - ha aggiunto Monti -, mi è sembrato doveroso, come atto di sensibilità individuale, rinunciare al compenso da presidente di presidente del Consiglio e come ministro dell'Economia". I pensionati sono contenti? - Il premier ha poi aggiunto che gli "sembrava anche bella l'idea di percepirlo (lo stipendio, ndr) e devolverlo a uno dei tanti enti meritevoli, ma siccome in questo momento l'ente meritevole è lo stato mi sembra bello devolverlo in quelle casse. Per ora - ha aggiunto - non ho percepito nulla perché non ho avuto il tempo di dare le mie coordinate bancarie e ci sono gli uffici di Palazzo Chigi e del Senato che stanno protestando per questo, ma di solito sono molto lento a riguardo pur avendo le giornate sgombre da impegni".  

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