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Giovanni Toti, Annalisa Chirico contro i pm: "Esigenze cautelari, ma dopo cinque mesi?"

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Un mese esatto alle elezioni europee. Un centrodestra lanciato verso l'ennesimo successo elettorale. Proprio come nel 2019 quando un altro scandalo giudiziario investì il centrodestra prima delle consultazioni. Tempistiche sospette, soprattutto se si pensa al tempo trascorso fra la richiesta di fermo per Giovanni Toti e quando poi questa è stata attuata. È la tesi di Annalisa Chirico, intervenuta all'Aria che Tira di David Parenzo. "Il pubblico ministero chiede gli arresti a dicembre 2023. Sono trascorsi cinque mesi e il gip firma le ordinanze di arresto. Il pm chiede l’arresto perché pensa ci siamo delle motivazioni cautelari che rendono l'arresto necessario e urgente. Questo però avviene a cinque mesi di distanza e a 30 giorni dal voto delle europee. È chiaro che, come i politici debbano tener conto a un criterio di opportunità, anche i magistrati devono tener conto a un criterio di opportunità".

Inevitabili, secondo la giornalista, le critiche mosse alla magistratura per la gestione del caso ligure: "Cioè, a cinque mesi di distanza è inevitabile che vengano mosse delle critiche rispetto a una tempistica quantomeno anomala. Se fossero davvero esistite queste esigenze cautelari, e ritengo di sì se i pm hanno così ritenuto, dovevano essere arrestate prima le persone indagate. Sono passati diversi mesi... Di un'inchiesta che dura da diversi anni".

 

 

A pesare sono anche le parole del ministro della Giustizia: "È quello che ha detto anche il ministro Nordio che, con una carriera quarantennale come procuratore, dice che è un po' strano come gli arresti arrivino dopo vari anni di indagini"

 

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