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Monti ci prende pure in giro: "Ci sono troppe tasse"

Il premier: "Eccessiva pressione fiscale". Ma è stato proprio lui ad aver introdotto con la manovra 50 balzelli...

Giulio Bucchi
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L'operazione Cortina (replicata ieri a Portofino e Santa Margherita Ligure) lo ha galvanizzato parecchio. Tanto da decidere che la lotta all'evasione fiscale sarà uno dei pilastri dell'azione di governo. Così Mario Monti, a Reggio Emilia per l'anniversario della nascita del Tricolore, sua prima uscita ufficiale in una città italiana, è tornato sull'argomento evasione fiscale. Ringraziando «gli uomini delle Guardia di Finanza e dell'Agenzia delle entrate» e assicurando loro il suo appoggio. E riservando una stoccata al precedente governo Berlusconi. «L'espressione mettere le mani nelle tasche degli italiani non mi ha mai persuaso, anche perché è incompleta: sono gli italiani evasori a mettere le mani nelle tasche dei contribuenti onesti», ha detto il presidente del consiglio. Segnando una netta distanza da chi considerava lecito evadere quando lo Stato chiede quasi la metà delle entrate. Ma è una linea pericolosa, perché se Pd e Terzo Polo sono al suo fianco nella crociata anti-evasori, non è così per il Pdl, da cui arrivano critiche feroci e l'accusa di voler instaurare una sorta di stato di polizia. E dato che il partito berlusconiano è il principale azionista della sua maggioranza, è facile intuire che, continuando su questa china, il premier potrebbe vedersi costretto a gestire il malcontento del centrodestra. Che non si è materializzato solo con l'operazione Cortina: anche sulle liberalizzazioni il Pdl vuole andarci con i piedi di piombo, visto che diverse categorie interessate sono composte da elettori del partito berlusconiano (come la potente lobby dei tassisti a Roma). Monti, però, ha deciso andare avanti. «E' necessario evitare una pressione fiscale eccessiva e gli accertamenti devono essere rispettosi dei diritti individuali, ma è inammissibile che i lavoratori impossibilitati a sottrarsi al fisco subiscano pesanti sacrifici e gli altri no», ha sottolineato il presidente del consiglio. Annunciando la volontà di proseguire anche sul fronte liberalizzazioni, che «entreranno nella fase due dell'esecutivo» e «saranno «equilibrate, pragmatiche, ma non timide». Insomma, «faremo saltare i colli di bottiglia», annuncia il premier. Forte, dicevamo, del sostegno di Pd e Terzo polo. Ma anche di Giorgio Napolitano. Che, nei colloqui privati, lo ha esortato a proseguire senza timore. Anche perché, è la convinzione del Colle e di Palazzo Chigi, in questo momento il governo non è a rischio perché nessun partito vuole andare al voto. Ieri, poi, il capo del governo ha trovato un altro sostenitore in Romano Prodi. «Sull'evasione fiscale sta facendo bene. Questo Paese deve ritrovare unità ed etica altrimenti è perduto», ha osservato l'ex premier, dopo un caloroso abbraccio con l'ex presidente della Bocconi. Ma Monti, nel suo intervento nella città dove è nato il Tricolore, non ha dimenticato un accenno all'Europa. Mandando un messaggio alla Germania a tre giorni del suo incontro a Berlino con Angela Merkel. «Nessun Paese europeo è talmente forte da pensare di andare avanti da solo ad affrontare l'economia globale», ha spiegato il presidente del consiglio. Sempre più convinto che «l'Italia abbia fatto il suo dovere» e che ora tocca «all'Europa dimostrare di saper gestire la crisi». La sua missione a Berlino, però, sarà difficile: Monti dovrà convincere la signora Merkel a cedere sul fondo salva Stati, sugli eurobond, sulla tobin tax e sulla revisione dei trattati senza paletti troppo rigidi per i singoli Paesi. Compito complicato ulteriormente dal fatto che il 2012 per Germania e Francia sarà l'anno delle elezioni.   di Gianluca Roselli

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