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Lega: sì arresto Cosentino Silvio chiama Umberto

Il coordinatore del Pdl in Campania è accusato di collusione con il clan dei casalesi: scontro Pdl e Carroccio

Lucia Esposito
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La Lega voterà a favore dell'arresto di Nicola Cosentino. La giunta per le Autorizzazioni della Camera si esprimerà oggi, martedì 10 gennaio, sull'ex sottosegretario all'Economia e attuale deputato del Pdl accusato di concorso esterno in associazione camorristica. E il Carroccio, annuncia Roberto Maroni al temine della segreteria politica in via Bellerio, "esprimerà in giunta un voto favorevole alla richiesta di arresto".  L'ex ministro dell'Interno spiega che "c'è stata la relazione dei due membri del Carroccio in Giunta per le Autorizzazioni. Hanno espresso la convinzione che non esista alcun fumus persecutionis nei confronti del parlamentare. Quindi domani esprimeranno un voto favorevole in Giunta alla richiesta di arresto. Questa - ha concluso Maroni - è la posizione della Lega". La seduta della Giunta per le autorizzazioni della Camera per il voto sulla richiesta di custodia cautelare di Cosentino è stata rinviata alle 16: la decisione è arrivata dopo la richiesta avanzata dall'ex Responsabile Mario Pepe e dal deputato Pdl Francesco Paolo Sisto, motivata dalla necessità di leggere la nuova memoria difensiva presentata da Cosentino. Le reazioni   Immediate le reazioni da parte del Pdl che, con il capogruppo in Senato, Maurizio Gasparri, dice: "La nostra posizione ovviamente è diversa, mi auguro prevalga una valutazione diversa nelle prossime ore da parte del Carroccio". Secondo l'ex ministro Paolo Romani, la decisione della Lega di votare a favore dell'arresto di Cosentino risponde "anche a una   logica di divisione interna dopo gli investimenti, quantomeno   bislacchi e avventurosi del tesoriere del Carroccio in   Tanzania, di cui lo stesso Maroni ieri ha detto di non sapere   nulla". Mossa politica - I 'big' del Pdl si aspettavano la mossa della Lega di dire sì all'arresto di Nicola Cosentino: all'interno del partito di via dell'Umiltà la scelta viene letta come un nuovo 'scontrò interno tra Bossi e Maroni. L'auspicio del Pdl è che prevalga la coscienza dei singoli e che nel segreto dell'urna giovedì in Aula si possa invertire il pronostico negativo. Scontato infatti che in Giunta Cosentino venga 'condannatò. "Quella dell'Udc è una posizione tecnica, speriamo di poter convincere molti parlamentari perchè dal punto di vista giuridico non c'è nulla nell'impianto accusatorio contro Cosentino. C'era molto di più contro Milanese...", dice un esponente di spicco del Pdl che ricorda come il Carroccio alla fine abbia deciso di 'salvarè l'ex braccio destro di Giulio Tremonti.   Alla ripresa dei lavori parlamentari il Pdl, quindi, dovrà fare i conti con una possibile nuova rottura con l'ex alleato. Sempre che Berlusconi non convinca Umberto Bossi. Sul tavolo c'è anche la riforma della legge elettorale, con il Pdl di fronte ad un bivio riguardo la politica delle alleanze. E' chiaro che se il partito di via dell'Umiltà scegliesse di 'inseguirè l'Udc sul sistema proporzionale tedesco, i margini di ricomporre con la Lega sarebbero nulli, osserva un 'big' del partito. Maroni è convinto che vi siano già "intese sotterranee" tra Pdl, Pd e Udc, per tagliar fuori il Carroccio. Il tentativo di Silvio - Fonti parlamentari del Pdl riferiscono che ieri sera ad Arcore Silvio Berlusconi ha ricevuto Umberto Bossi. Cercherà di fargli cambiare idea sul sì del Carroccio all'arresto di Nicola Cosentino, annunciato da Roberto Maroni dopo una riunione dello stato maggiore leghista in via Bellerio. Il parlamentare campano del Pdl è rimasto in contatto con il Cavaliere per tutto il giorno, lo ha sentito più volte al telefono. Attende di sapere quale sarà il suo destino. Per il momento, spiega chi gli ha parlato, è sereno, tanto che anche questa mattina si è concesso un pò di jogging. E' consapevole che si sta giocando "una battaglia tutta politica" all'interno dell'ex schieramento di maggioranza, ma la speranza è che il partito di via Bellerio possa riconsiderare la sua posizione. Intanto l'ex premier ha invitato i suoi a serrare i ranghi e non solo sul tema delle liberalizzazioni e della riforma elettorale (domani Alfano terrà una serie di tavoli in via dell'Umiltà).   Non possiamo far sì che si ripeta il 'caso Papà, dobbiamo dire no ad una linea giustizialista, è il leitmotiv dell'ex presidente del Consiglio. Berlusconi, sostengono i suoi, è rimasto amareggiato per il 'gesto fortè deciso dalla Lega. Non si può mandare qualcuno in galera solo per un ritorno elettorale, è il suo ragionamento.

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