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Gli spari del fisco sopra Vasco: cinque milioni non tornano

Il rocker sotto accusa: nel 2008 avrebbe dichiarato la metà del reddito totale di 10,3 milioni. Ma lui ha sempre negato le accuse

Andrea Tempestini
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Gli spari sopra/ sono per lui...”. Tanto per parafrasarlo in uno dei suoi refrain più noti, Vasco Rossi, dal suo arruffato buen retiro convalescenziale, s'è trasformato oggi in bersaglio mobile, almeno a detta della solita Agenzia delle Entrate. Il rocker sarebbe, banalmente, un evasore fiscale. O meglio, un elusore ma di sorprendente abilità. Secondo, infatti, Luca Piana dell'Espresso l'ipotesi degli ispettori è «che l'intreccio di rapporti, prestazioni professionali e fatture imbastito fra le imprese stesse (le società del cantante, ndr) e il cantautore abbia finito per attenuare l'impatto fiscale sulla sua personale dichiarazione dei redditi, consentendogli di posticipare nel tempo o di risparmiare imposte per alcuni milioni di euro. Un dato su tutti: se le ipotesi dell'Agenzia verranno confermate, nel 2008 il reddito imponibile di Vasco sarebbe quantificabile in 10,3 milioni, quasi il doppio dei 5,8 milioni dichiarati. E ora si sta esaminando anche il 2007». La contestazione è pesante, e, vista così, accosterrebbe la figura eversiva del cantante a quella, elusiva e sciapita, dell'italiano medio (figura da lui, peraltro, sempre contestata). Eppure Vasco sulle tasse ha sempre avuto le idee chiare. «Ho sempre pagato le tasse, sia quando ero povero, sia oggi», ha sempre spiegato, dicendo di detestare gli evasori «furbi e ladri» e di aver intestato alle società «tutte le sue proprietà, cane compreso, non per eludere le tasse ma per limitare eventuali ritorsioni contro la mia persona fisica per eventuali danni causati a terzi dalla barca o dal suo equipaggio...». Il che è indiscutibile. Come è indiscutibile, però, che l'impero di Vasco ruoti attorno a due società, la Giamaica srl che risulta intestataria della casa di famiglia a Zocca, sugli Appennini modenesi, ma anche di svariate proprietà a Bologna e Ferrara; e la Area srl, quest'ultima messa in liquidazione recentemente ma oggetto delle verifiche dell'Agenzia per gli anni passati. Il musicista possiede anche degli immobili in Francia e, attraverso un altro paio di società controllate in California, la magnifica villa di Los Angeles dove ama ritirarsi per comporre e registrare. «Anche la compagna Laura Schmidt, azionista della Giamaica, mostra la stessa vocazione, visto che possiede ulteriori appartamenti a Bologna e Milano, nonché un casale nella campagna senese», scrive sempre L'Espresso. Intanto, però, proprio dopo i blitz antievasione di Cortina e nel mezzo dell'offensiva del governo contro l'evasione esce la notizia che lo scorso dicembre alla società di Vasco è stata comunicata una prima serie di presunte manchevolezze di minore entità. Da cui sarebbero partiti ulteriori approfondimenti sul modo in cui i guadagni (specie quelli dei concerti) sono stati ripartiti fra il modenese -classe '52 sulla breccia da più di trent'anni- e le sue diverse società. Gli accertamenti - come si suol dire - sono in corso, e proprio mentre Vasco passa il tempo a criticare su Facebook la scelta di Piero Chiambretti a Mediaset d'imbastire un programma sulla sfida tra lui e Ligabue. Sul web, intanto, fan e detrattori si dividono. Tra i primi c'è chi afferma che Vasco Rossi stia alla canzone italiana come Johnny Halliday sta ai francesi, l'ispettore Derrick alla tv tedesca: lo si può criticare, può non piacere ma rappresenta un tassello indiscutibile del patrimonio culturale d'un Paese, e come tale va rispettato. Tra i secondi c'è chi dichiara, invece, che non basta essere una star per sfangarla alle tasse, anzi; anche perchè i comuni mortali nelle tenaglie di Equitalia ci cadono senza rete di protezione. di Arturo Bandini

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