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Le urgenti semplificazioni scatteranno solo tra un anno

La svolta di Monti sui certificati di residenza e nascita sarà nel 2012, per tutto il resto bisognerà aspettare il 2013

Giulio Bucchi
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La rivoluzione può attendere. Nella maggiore parte dei casi sette-otto mesi, ma si rischia di attendere anche un anno. Non era un particolare di poco conto quello omesso dal governo di Mario Monti presentando il suo mirabolante decreto legge sulla semplificazione: ben poche misure entrano in vigore subito, come dovrebbe accadere quando si utilizza quello strumento legislativo. Nel clima da tripudio-stampa che accompagna l'esecutivo fin dal suo primo vagito, l'omissione si è riflessa nei peana dei giornaloni. «L'Italia è più facile», certificava il Corriere. «La rivoluzione dei certificati in tempo reale«, assicurava Repubblica. «Decisionisti», commentava la Stampa. E un quotidiano popolare come Il Messaggero spiegava: «Certificati, cambia tutto. On line e in tempo reale». Ma è una grande bugia. Da ieri in realtà è cambiato poco o nulla. E non ci saranno novità nemmeno lunedì, né le settimane successive. Chiunque abbia bisogno di cambiare residenza ora, è meglio che non legga i giornali e si metta pazientemente in fila con il numerino (dove c'è) alla solita anagrafe. Se c'è la lieta novella di un bimbo appena nato, nessuna illusione: la procedura è la stessa di sempre, e il pupo non può attendere le promesse meraviglie della burocrazia per venire agli onori del mondo. Si potrà fare tutto on line, senza code, come si dice, quando gli saranno cresciuti i primi dentini e forse farà già i primi passi. Il decreto così dice, perché Giorgio Napolitano passerebbe qualsiasi fanfaluca a questo governo, ma fosse stato un disegno di legge l'informazione sarebbe stata più misurata e soprattutto per i cittadini italiani non sarebbe cambiato un fico secco. Ora dovranno attendere i regolamenti ministeriali sulle procedure, le decisioni dei vari comuni che dovranno modificare i regolamenti attuali, la predisposizione di siti e reti informatiche che siano in grado di ricevere e conservare tutti i certificati on line, e se nessun alto burocrate si metterà di traverso, forse la semplificazione ci sarà davvero. Secondo il Sole 24 Ore ci vorranno almeno 7 mesi. Chi può aspettare e soprattutto sperare nella buona stella, rinvii tutto quel che deve fare a fine anno. Ma alla maggiore parte dei cittadini quei certificati servono prima possibile, e a loro non resta che mettersi in fila dimenticando la prosopopea sul decisionismo di Monti & c. Sono poche le norme di largo impatto che entrano in vigore con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge sulla semplificazione. L'unica vera è quella sul bollino blu, che serve a controllare emissioni inquinanti di auto e moto. Bisognava rinnovarlo ogni anno (anche ai fini di richiesta permessi circolazione), ora il decreto gli allunga la vita: sarà rilasciato alla prima revisione (quindi dopo 4 anni), e da lì in poi ogni due anni. Sembra semplice, ma possiamo scommettere che i vigili urbani e gli uffici comunali ne daranno interpretazioni diversissime: vale solo per le auto immatricolate dopo il decreto? Chi doveva fare il bollino nel 2012 né è escluso o è ricompreso? Nel dubbio i vigili urbani faranno le loro belle multe, e così ingolferemo di ricorsi costosi la pubblica amministrazione. Scatta subito anche la possibilità per i fornai di panificare la domenica, naturalmente poi vendendo il prodotto al dettaglio. In molti casi si faceva già, e comunque resta una possibilità: chi non vuole, non lo fa. In vigore subito altra norma che riguarda gli automobilisti, ma che certo non li farà felici: i Tir potranno circolare anche nei giorni in cui oggi debbono fermarsi (sabato e ponti), con la sola eccezione della domenica e delle giornate festive. di Franco Bechis

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