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Barbara con Pato nel cuore: "Non è rimasto per amore"

La figlia di Berlusconi a Repubblica: "Il Milan ha deciso per questioni economiche e tecniche. Nessuna lite con Marina"

Giulio Bucchi
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Il no di Pato al Paris Saint Germain non c'entra con l'amore. A separare calcio e questioni di cuore è la fidanzata del brasiliano del Milan nonchè figlia del patron rossonero, Barbara Berlusconi, in un'intervista a Repubblica: "Mi sono tenuta volontariamente fuori dalla vicenda, le decisioni di mio padre e di Adriano Galliani sono state motivate da valutazioni tecniche ed economiche". Con il quotidiano diretto da Ezio Mauro, Berluschina si sbottona molto meno di quanto fece la mamma Veronica Lario qualche anno fa sparanzo a zero contro papà Silvio. Anzi, Barbara prende le difese del Cav tifando per un suo ritorno effettivo come presidente: "Sarebbe importante per dare un nuovo slancio alla società e alla squadra". Smentiti poi i contrasti con la sorella Marina sull'opportunità di vendere il club: "In questo percorso i miei  fratelli mi stanno sostenendo e Marina in particolare. Lei sa che, per  una donna, è doppiamente difficile". E sul vicepresidente e ad Adriano Galliani: "Sono 26 anni che lavora al Milan e io ho il grande privilegio di poterlo affiancare". Sbaglia chi pensa che il Milan sia ancora "un giocattolo di lusso": "Questo sport è diventato anche business, non più sola passione sportiva". Capitolo conti in regola e fair play finanziario: "Il Milan è chiamato a vincere la 'sfida della modernità'. Deve strutturarsi per competere sui mercati internazionali, attrarre nuovi partner commerciali. Soprattutto diversificare i ricavi, con ancora più programmazione e una visione di medio-lungo periodo". E quando parla di "scelte impegnative", "gestione più redditizia", "entertainment company", "relazioni vincenti con pubblico e sponsor", impossibile non scorgere in Barbara il tono di una futura top manager rossonera.

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