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Freccero, antico vizietto: multato per il film osè

Nel 2010 il direttore di Rai4 mandò in onda alle 14 un film definito dal garante "scurrile e con contenuti sessuali". Ci risiamo

Giulio Bucchi
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Non solo non molla, ma rilancia pure. Come se Carlo Freccero, attuale direttore di Rai 4, volesse giocarsi la scommessa finale, nella consapevolezza di non aver nulla da perdere: o io o voi. E così  «Fisica o chimica», la serie televisiva spagnola a base di tette, culi, triangoli e droga, diventata la ragione dello scontro fra Libero e il direttore della rete Rai, da oggi andrà in onda alle 14,15. Come spiega dettagliatamente il sito del canale dell'emittente pubblica guidato da Freccero, «tutti gli episodi della terza, della quarta e della quinta stagione saranno replicati, venendo incontro alle richieste del pubblico, in una nuova collocazione oraria, da lunedì a venerdì, alle 14,15». Richieste del pubblico o guanto della sfida? Che la seconda ipotesi sia quella prevalente è più di una sensazione. Ascolta la telefonata di Freccero a Borgonovo su LiberoTv Del resto, con tutto quello che è accaduto, con le denunce presentate dalle associazioni di estrazione cattolica  Aiart e Moige,  non c'era un altro orario in tutto il palinsesto? E la direzione generale ha avallato questa scelta, pur avendo la possibilità d'intervenire, o l'ha subita, in attesa del consiglio di amministrazione convocato per giovedì? Ad oggi si sa soltanto  che è stato avviato il procedimento disciplinare, con tanto di auditing interno, ma nessuna decisione è stata presa. Eppure Rai4 non  è nuova a queste infrazioni. Già nel 2010, con Freccero in sella, la rete  della Rai era finita nel mirino dell'Agcom per aver mandato in onda il film «Fuori di testa», beccandosi una multa da 25mila euro. L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, non ritenendo valide le ragioni della Rai, aveva inflitto la sanzione in quanto il film  in questione «presenta un linguaggio scurrile e contenuti a carattere sessuale», si legge  nella delibera dell'Agcom, «che, se pur non ritenuti di natura pornografica, risultano non idonei alla visione di un pubblico minorile». Il film, secondo la difesa della Rai, è stato trasmesso in «fascia oraria  di televisione per tutti», ovvero dalle 14,02 alle 15,32,  senza nessun tipo di avvertimento. Un po' come è avvenuto con la serie finita nell'occhio del ciclone. Alla luce di questo precedente, com'è possibile che l'azienda perseveri nel violare il codice di autoregolamentazione e le norme a tutela dei minori?  Non solo. Non è la prima volta, e non sarà certo  l'ultima visto l'andazzo generale, che la Rai viene multata dall'Agcom, al punto da far pensare che via sia una sorta di logica masochistica nello stilare i palinsesti. Ma  risulta del tutto incomprensibile la politica del silenzio adottata dal direttore generale della Rai, Lorenza Lei, tirata in ballo da Carlo Freccero nella conversazione  con Libero. «Non ha fatto nulla per Celentano», sibilano perfidi a viale Mazzini, «figuriamoci se avrà il coraggio d'intervenire nei confronti di Freccero. Farà come sempre, rimetterà la palla in mano al consiglio di amministrazione». Eppure la potestà di agire, in un modo o nell'altro, è solo e soltanto sua. di Enrico Paoli

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