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Alfano alla Lega: Alleiamoci Bossi: Ok, ma non ovunque

Accordi in vista delle elezioni amministrative. Il segretario Pdl lancia l'offerta al Carroccio, Umberto ascolta

Giulio Bucchi
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Stai a vedere che Pdl e Lega adesso tornano a parlarsi: «Io so fare il mio mestiere, se in una situazione ci sono le condizioni per una deroga, la concederò», annuncia Umberto Bossi, aprendo alla possibilità che la vecchia alleanza del 2008 possa rivivere in alcuni Comuni dove si vota a maggio. «Però», poi frena il Senatur, «diciamo che andiamo da soli, in linea di massima», mentre il numero due Roberto Maroni si mostra molto più freddo di fronte alla prospettiva di un ritorno di fiamma: «Sì vabbe'...». L'ex ministro delle Riforme è a Genova per la presentazione del candidato leghista. E decide di rispondere alle parole di Angelino Alfano, che in giornata aveva teso la mano: «Speriamo che con l'intervento del segretario Bossi al Nord si possano verificare alcune eccezioni» alla croce messa sopra all'alleanza proprio dall'Umberto, dopo che gli azzurri hanno deciso di appoggiare il governo tecnico. Nondimeno Bossi rimane critico verso il Cavaliere: «Non siamo d'accordo con la sua politica. Lui sta col governo, noi non possiamo. La gente, almeno in Lombardia,  non vuole più Berlusconi: ha anche contribuito a fare danni notevoli, vedi le pensioni e le espropriazioni ai Comuni dei loro soldi». Ci  mette dentro anche la riforma del lavoro: «Sarà un altro casino!». Il Senatur si dice pronto a mollare il consigliere regionale Boni (indagato per finanziamento illecito al partito) se dovesse venire fuori che «non si è comportato bene».  Il suo fiuto gli dice che è innocente («Avrei avuto sentore che qualcosa non andava: se non l'ho sentito, non è vero») e che  la vera “questione morale” è un'altra:  la «disattenzione» del governo e degli altri partiti «verso la gente».  Alfano? Ha di cosa essere soddisfatto. In mattinata si era appellato al senso pratico di Bossi ed è stato ascoltato: «Rispetto alla regola che la Lega si è data di andare da sola speriamo che ci possano essere delle eccezioni in modo tale da favorire alcuni successi al primo turno e dimostrare che la coalizione tra il Pdl e la Lega Nord è sempre una coalizione vincente  e che può ancora rappresentare una soluzione di governo». Angelino chiama, Padania risponde. E «nei prossimi giorni», annuncia il segretario del Pdl, ci sarà una riunione anche per decidere la posizione del partito rispetto alla ricandidatura di Flavio Tosi a Verona. Alfano, in ogni caso, continua a sottolineare la caratura locale del voto primaverile: «Non corriamo rischi, perché dalle Amministrative non si dovrà trarre un giudizio politico generale». Dall'Udc, infine, arriva una proposta: “famola strana”, l'alleanza, anche a livello locale. È il coordinatore regionale del partito in Veneto, Antonio De Poli, che lancia il “modello Monti”, cioè un'asse Pdl-Pd-terzo polo, anche in periferia: «Solo così si lasceranno fuori gli estremismi». di Salvatore Dama

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