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Alfano: Art 18, niente minacce La Russa infuriato con Monti

Le reazioni del Pdl alla riforma del lavoro. Il segretario: "Niente ritocchi al ribasso". Il coordinatore: "Decisione ddl molto grave"

Giulio Bucchi
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Il governo "ha fatto un buon lavoro". Angelino Alfano accoglie con soddisfazione il ddl sulla riforma del lavoro varato dal Consiglio dei Ministri che però, di fatto, rimanda tutto al Parlamento. La formula usata dall'esecutivo, "salvo intese", infatti, dà potere di modifica del testo alle Camere e ora inizierà una corsa contro il tempo. E mentre le Commissioni Lavoro di Montecitorio e Palazzo Madama scaldano i motori, il segretario del Pdl avverte già Pier Luigi Bersani e il Pd: "Se il punto di equilibrio raggiunto dal governo sull'articolo 18 si tocca in Parlamento nessuno può immaginare che si tocchi da un solo lato e con modifiche di un solo colore". "Se si modifica l'articolo 18 - anticipa Alfano - è probabile che noi modificheremo anche altri aspetti del disegno di legge". Insomma, il governo non ha blindato la mobilità in uscita ma il Pdl nell'eventualità di un "ritocco al ribasso" imposto dal Pd (e già annunciato da Bersani) metterebbe sul piatto "alcuni interventi che portano indietro sul piano della flessibilità in entrata". La Russa arrabbiato -  Al coordinatore nazionale del Pdl Ignazio La Russa, però, a non andar giù è la decisione di procedere alla riforma del lavoro con un ddl anzichè per decreto così come avvenuto per le liberalizzazioni: "E' una decisione molto grave e rischia di creare squilibri politici e modificare in peggio il risultato sin qui ottenuto su una riforma cosi importante", prevede il deputato ed ex ministro azzurro, che poi annuncia: "Chiederò al segretario Alfano e al presidente Silvio Berlusconi di convocare al più presto un ufficio di presidenza del partito per valutare le necessarie misure da adottare in sede politica e parlamentare".  

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