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I No Tav occupano il comune Pisapia li lascia fare

Milano, gli antagonisti del 'Cantiere' si prendono Palazzo Marino. Protesta contro la visita del procuratore Castelli

Matteo Legnani
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Non era capitato nè con Albertini, nè con la Moratti, che pure amici degli antagonisti certo non erano. E neppure ai tempi del sindaco leghista Marco Formentini, che pre con il Leoncavallo aveva ingaggiato una guerra senza quartiere, a colpi di sgomberi, fumogeni e poliziotti in assetto antisommossa. Invece, con il comunista Giuliano Pisapia a Palazzo Marino, ai milanesi tocca vedere anche questa: la sede del Comune occupata dai militanti di ultrasinistra, incarnati in questo caso dai No Tav. Una ventina di militanti, legati al centro sociale "Il cantiere", ha infatti fatto irruzione questo pomeriggio a Palazzo Marino, per protestare contro la visita prevista oggi del procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli. Il gruppo ha così prima esposto nel cortile interno del municipio uno striscione contro l'Anpi (e anche questa degli antagonisti contro i partigiani è una "prima") promotore dell'incontro, per poi occupare il salone nobile dell'edificio, la Sala Alessi. Dopo essere stati sgombrati hanno inscenato un sit-in davanti Palazzo Marino, ma la prostesta si è esaurita prima dell'arrivo di Caselli. Guarda il video su LiberoTv: I No Tav occupano Palazzo Marino Da parte sua Pisapia, prima della presentazione del libro del magistrato ha voluto precisare: "La libertà di espressione èalla base della nostra convivenza democratica ed è una delle fondamenta delle nostra Costituzione. Non è accettabile che si cerchi  di impedire lo svolgimento di un convegno organizzato a Palazzo Marino  da numerose associazioni, tra cui l'Anpi, sul tema della legalità con  una figura esemplare come quella di Gian Carlo Caselli e alla presenza  del Presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo. Il convegno   quindi si farà. Nessuno pensi di intimidirci con atti di violenza e   sopraffazione", ha puntualizzato il sindaco di Milano spiegando che "il libero confronto democratico e la partecipazione dei  cittadini alla vita della città e al dibattito pubblico sono valori   irrinunciabili che difenderemo da chi cerca provocazioni e risse". Critica la protesta anche il procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli, a margine della presentazione del suo libro. "Ringrazio la gente presente in sala - ha detto Caselli - che testimonia essere contro la manifestazione, diciamo così in maniera piuttosto discutibile, delle idee, che con la democrazia non ha nulla a che vedere. Una sala così piena è riaffermazione che la democrazia è rispetto di tutto e tutti ma non di chi non ha rispetto degli altri". Quanto ai NoTav Caselli ha  voluto precisare: "Se queste persone si definiscono partigiani - ha detto Caselli - siamo in presenza di un'appropriazione indebita dei valori partigiani. E' il miglior servizio all'antimemoria definire partigiani chi pratica queste manifestazioni". I giovani che oggi pomeriggio hanno manifestato, si sono scagliati anche contro l'Anpi, 'colpevole' a loro dire di appoggiare la presentazione di Caselli. "Usano la memoria dei partigiani di ieri contro i partigiani di oggi", era la scritta sullo striscione dei manifestanti. Caselli al termine del suo discorso è stato applaudito in una standing ovation durata diversi minuti. I No Tav non solo hanno manifestato a Palazzo Marino. Hanno anche convocato una conferenza stampa per denunciare le violenze delle Forze dell'Ordine nei loro confronti. "Siamo di fronte a un altro Bolzaneto? Siamo di fronte a un'altra Diaz?": si è chiesto chiede Alberto Perino, leader del movimento contro la costruzione della linea ad alta velocità Torino-Lione, dopo aver mostrato un dossier corredato di immagini che dimostrerebbe presunti abusi da parte delle forze dell'ordine in Val Susa, alle manifestazioni dell'estate scorsa in cui ci furono disordini che portarono a 26 arresti tra quanti protestavano. Il Movimento No Tav ha tratto la documentazione dagli atti della stessa inchiesta che portò agli arresti, nel gennaio scorso. Il video e il relativo dossier sono stati pubblicati sul sito www.notav.info. "Se vogliono dare credibilità alla giustizia e alle istituzioni - ha detto Perino - queste cose devono essere perseguite con almeno altrettanta fermezza con cui sono stati perseguiti i presunti reati commessi dai No Tav".

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