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Strage di migranti dalla Libia, l'Europa: "Colpa dell'Italia"

Nel marzo 2011 63 morti dopo 2 settimane alla deriva nel Mediterraneo. Consiglio di Stato: "Dovevate soccorrerli"

Giulio Bucchi
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Il Consiglio d'Europa condanna l'Italia, colpevole di non aver aiutato il gommone naufragato nel Mediterraneo nel marzo 2011: in quella sciagura persero la vita 61 persone e altre due morirono dopo essere state soccorse. "L'Italia - recita lil rapporto dell'organismo europeo -, come primo Stato ad aver ricevuto la chiamata di aiuto e sapendo che la Libia non poteva ottemperare ai propri obblighi, avrebbe dovuto assumere la responsabilità del coordinamento delle operazioni di soccorso". Il rapporto conclusivo sull'inchiesta, durata 9 mesi, è stato approvato oggi dal comitato per l'immigrazione dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Gravi le responsabilità imputate anche alla Nato e ai singoli paesi che hanno partecipato alla guerra in Libia e che avevano navi che in quel momento solcavano quel tratto del Mediterraneo. Il gommone, carico di 72 migranti tra cui molte donne, bambini e rifugiati politici, partì nella notte del 25 marzo 2011 da Tripoli e cercò senza successo di raggiungere Lampedusa. Decisivi, per il mancato soccorso, gli errori compiuti dalle navi militari e da quelle civili, le ambigue richieste di soccorso e la confusione sulla responsabilità dei soccorsi, unite alla mancata pianificazione da parte di Onu, Nato e Paesi europei di un piano per far fronte all'inevitabile aumento di rifugiati in fuga dal Nord Africa dopo l'intervento internazionale in Libia. Il gommone, finito in avaria, venne lasciato alla deriva in alto mare per due settimane e quindi rispedito sulle coste libiche. Solo in 9 sopravvissero.  

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