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Eni ed Enel, ma quale crisi? Per i capi schizza lo stipendio

I due colossi italiani ci costringono a bollette sempre più cara ma elargiscono compensi sempre più generosi ai vertici

Andrea Tempestini
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La corsa del prezzo dei carburanti pare inarrestabile. Quella delle bollette e dell'energia pure. E di pari passo, nonostante la crisi economica, continuano a crescere vertiginosamente i compensi dei supermanager che guidano i due principali colossi italiani, Eni ed Enel. Lasciamo parlare le cifre. Paolo Scaroni, il numero uno del Cane a sei zampe, nel 2011 ha ricevuto compensi per un totale di oltre 5,8 milioni di euro, segnando un incremento rispetto all'anno precedente del 30 per cento. Quindi Fulvio Conti, l'ad della azienda elettrica, che è stato costretto ad 'accontentarsi' di 4,37 milioni di euro: per lui la busta paga è salita del 40% rispetto al 2010. Eni, Cda generoso - Insomma, le aziende a controllo pubblico sembrano proprio non accorgersi dei morsi della crisi economica. Ma le buste paga sempre più pesanti non riguardano soltanto i numeri uno. Infatti anche gli amministratori che hanno fatto le valigie non hanno ragioni per lamentarsi. Per esempio Roberto Poli, commercialista, che 12 mesi fa è stato sostituito da Giuseppe Recchi al ruolo di persidente dell'Eni. Poli, per quattro mesi di lavoro (da gennaio ad aprile del 2011) ha ricevuto un compenso di 262mila euro, a cui si deve aggiungere un bonus di altri 375mila euro. Ma non è tutto. Il Cda di Eni ha infatti deciso di elargire al presidente uscente un ulteriore milione di euro come "compenso straordinario". In totale, l'addio di Poli all'Eni, è fruttato al presidente uscente la bellezza di 1,63 milioni di euro. L'ex ministro Gnudi - Quindi il caso di Piero Gnudi, il neo ministro al Turismo, Sport e Affari regionali del governo Monti, che in precedenza era presidente dell'Enel: ha lasciato l'incarico a fine aprile 2011. Gnudi ha ricevuto 490mila euro di bonus, oltre a 233mila euro di stipendio per quattro mesi di lavoro. Per il ministro nessun "compenso straordinario", ma ha comunque potuto godere di 337mila euro come "indennità di fine carica". Le buste paga dei vertici - Impressionano infine anche le cifre complessive corrisposte ai top delle due gerarchie aziendali. Per quel che riguarda Enel, la pattuglia di capi composta da 17 unità, nel 2011 in totale ha portato a casa la bellezza di 20 milioni di euro (rispetto ai 13 scarsi racimolati l'anno prima): in busta paga l'aumento ha superato il 50% nell'arco di 12 mesi. Quindi, per quel che concerne Eni, si possono prendere in considerazione i tre direttori generali (Claudio Descalzi, Domenico Dispenza e Angelo Fanelli): nel 2010 avevano guadagnato in totale 4,2 milioni di euro. L'anno scorso, invece, i loro stipendi sono schizzati verso l'alto: complessivamente hanno preso 5,6 milioni di euro, che in termini percentuali si traduce in aumento del 30 per cento.

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