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Due indagini in 24 ore Vendola è alle corde

Dopo l'inchiesta per la presunta spintarella al primario, spunta quella su una transazione da 45 mln tra la Giunta e l'ospedale Miulli di Acquaviva

Andrea Tempestini
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Nichi Vendola è alle corde. Sul governatore della Puglia, dopo quella sulla presunta spintarella a un primario, si abbatte la seconda inchiesta nell'arco di 24 ore. Il contesto è sempre quello caotico della sanità pugliese. La nuova indagine serve ad accertare gli accreditamenti delle clinchie private, e tra gli indagati ci sono pure il senatore democratico Alberto Tedesco, l'ex direttore Ares Mario Morlacco, un luogotenente della Guardia di Finanza, imprenditori e dirigenti regionali. La transazione - In questo caso l'ipotesi di reato è di abuso d'ufficio, peculato e falso. L'inchiesta, condotta anche in questo caso dalla pm della Procura di Bari Desiree Digeronimo, riguarda una transazione da 45 milioni di euro mai portata a termine tra la Regione Puglia e il  Miulli. L'accordo sarebbe servito a chiudere un contenzioso amministrativo da 80 milioni. Il Miulli aveva presentato ricorso al Tar per chiedere il ripiano dei 42,6 milioni di disavanzo maturati dal  2002 al 2007. Fondi pubblici - L'ospedale sosteneva di essersi indebitato per costruire la nuova grande sede con fondi propri (76 milioni fino a fine 2008) perché non aveva potuto utilizzare i fondi pubblici destinati all'edilizia sanitaria. In pratica il Miulli sosteneva che le spese sarebbero state maggiori rispetto ai rimborsi della Regione per le prestazioni sanitarie. Nichi si difende - “Ribadisco la mia totale assoluta estraneità a fatti che sono al di là di ogni mia immaginazione”. Lo ha spiegato in una nota il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, a proposito della nuova indagine della Procura di Bari che lo vede coinvolto relativa a una transazione tra l'ente e l'ospedale ecclesiastico 'Miulli' di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari.  

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