Quando il design diventa 'democratico' e fa spazio ai giovani
Treviso, 23 nov. (Labitalia) - "Vogliamo che i nostri prodotti siano alla portata di tutti promuovendo una 'democratizzazione' del design. Vuol dire mantenere prezzi estremamente concorrenziali che permettano sia alla famiglia che al ristorante/hotel di acquistare i nostri arredamenti senza dover fare investimenti eccessivi. Inoltre, siamo profondamente radicati nel territorio e questo ci permette di toccare con mano le esigenze di ogni potenziale cliente adattandoci secondo le necessità". Così Roberto Cerantola, ceo di Colos, parla con Labitalia dell'azienda di Treviso fondata nel 2014 dal gruppo Cerantola, leader nella produzione di componentistica per sedie da ufficio e per il settore contract. "Abbiamo sentito la necessità - afferma - di allargare i nostri orizzonti dando vita a un marchio con un'anima di design che potesse rispondere a una richiesta estetica particolare e crescente. Puntando, quindi, su linee semplici e materiali pratici e resistenti, siamo riusciti a creare qualcosa di unico dove convivono eleganza e funzionalità, qualcosa che sul mercato non è così facile da trovare". L'obiettivo di Colos - che, fra gli ultimi lavori, ha anche arredato il giardino dell'Ambasciata Italiana a Madrid - è quello di creare prodotti finiti di qualità, interamente fatti in Italia: "Per noi - ribadisce - la qualità del prodotto è troppo importante e, come si suol dire, se vuoi un lavoro fatto bene te lo devi fare da solo". "Gli stabilimenti di Loria, in provincia di Treviso, ospitano l'intera filiera produttiva di Colos, permettendo il controllo completo dei vari cicli produttivi, assicurando al contempo condizioni di lavoro eque e sostenibili. Così facendo contrastiamo sul nascere ogni tentativo di contraffazione, o quanto meno lo limitiamo, non esternalizzando nessun processo produttivo. Tutto fatto in casa da un personale altamente qualificato che conferma l'alto livello della nostra mano d'opera", spiega. E a creare i prodotti sono designer giovani. "Per noi - racconta - è stata una scelta naturale. Designer come Francesco Meda, Christoph Jenni, Fabian Schwaerzler, Jeremiah Ferrarese, Jun Yasumoto e Alban Le Henry sono nomi di assoluto prestigio che rappresentano una visione dell'arredamento nuova e appassionata, ma soprattutto hanno uno spirito aperto al futuro". "Tiziano Barachino, il nostro art director, alimenta questo desiderio di novità che non significa non guardare con interesse alle esperienze passate ma semplicemente scegliere di non esserne intrappolati. Troppo spesso le aziende hanno paura di creare, di scommettere su idee fresche temendo di lasciare il cammino conosciuto, ma noi crediamo che senza rischio l'attività dell'imprenditore sarebbe incredibilmente noiosa", aggiunge Cerantola. Dunque, per Cerantola, "il made in Italy è un sogno che diventa realtà, un plus che da sempre sostiene la nostra economia anche nei momenti di difficoltà: lo vediamo quando andiamo alle fiere internazionali, quando parliamo con clienti stranieri o i fornitori, nel mondo c'è un gran desiderio di made in Italy che neanche la contraffazione può scalfire". "Made in Italy vuol dire cura per il dettaglio, creatività e innovazione e non dovremmo mai dubitare di questo", rimarca. Quanto ai progetti per il futuro, dice, "durante Host, l'ultima fiera in ordine di tempo alla quale abbiamo partecipato, abbiamo presentato un nuovo prodotto che evidenzia questo nostro desiderio di espandere gli orizzonti". "Si tratta della Split GL, una seduta creata da Francesco Meda che combina la praticità della plastica con la bellezza del legno dando vita a una sedia elegante e allegra. Nei prossimi mesi, proseguiremo il nostro percorso internazionale verso mercati sempre nuovi. Occhi puntati sulla Germania e i Paesi del nord senza dimenticare Francia e Spagna, ormai realtà consolidate", conclude.