"Carlotta non si è ammazzata, ne sono sicura: il suo ex non spiega il video che lo inchioda"
Qui sotto la lettera con cui Giorgia Benusiglio, sorella di Carlotta la stilista milanese trovata impiccata in un parco il 31 maggio 2016, risponde a Marco Venturi, il fidanzato di Carlotta indagato per omicidio. Lui a Libero ha detto: «Sono innocente». Dopo averci riflettuto a lungo ho deciso di rispondere alla lettera scritta da Marco Venturi. Lui esordisce dicendo che ormai si è passata la misura: dovrebbe farsi un esame di coscienza e rendersi conto che l' unico ad aver passato la misura è stato lui in un anno e mezzo di violenze e stalking durante la relazione con Carlotta, e durante quest' anno e mezzo di indagini che da parte sua è stato riempito di bugie, falsità.... Il silenzio non è stato per nulla la sua linea di condotta. Mentendo fin dal primo interrogatorio Marco ha interferito e non poco con le indagini. Più versioni della ricostruzione della serata hanno inciso sul capire cosa fosse realmente successo. Le sue parole e i suoi racconti sono lontani anni luce dalla ricerca della verità. Verità e giustizia dice lui... Termini che non mi sembra appartengono per nulla alla sua persona... Vi sono molteplici fascicoli d' indagine a suo carico per diversi reati: questa è la giustizia che intende lui? Verità???? Quando è stato sentito come persona informata dei fatti ha dato due versioni contrastanti entrambe smentite dalle telecamere. Diceva di non essere mai stato nel parco e ad oggi con la rielaborazione dei filmati sappiamo che lui nel parco c' era e casualmente proprio quando Carlotta perdeva la vita... Lui pensa a mia sorella, lui sa che lei non vorrebbe tutto questo. Probabilmente sì, è vero: lei non avrebbe voluto tutto questo. Ma non avrebbe nemmeno voluto essere picchiata, stalkerizzata, e soprattutto non avrebbe voluto morire. Leggo dalle sue parole che si amavano veramente. Io non credo che la parola amore vada associata a violenza, possessività, oppressione e paura. Carlotta nell' ultimo periodo era spaventata, temeva per la sua incolumità (come risulta dal verbale in una denuncia fatta). Questo non è amore! Inoltre Marco nega l' innegabile, ci sono due indagini a suo carico, una per lesioni e stalking. Perché Carlotta avrebbe dovuto nascondere la cartella denominata M.V. nel suo computer con all' interno foto con viso, polsi, collo tumefatti, dito tagliato, timpano perforato, mascella e tempia gonfie come un fungo eccetera, se lui non l' ha mai toccata? Le molteplici chiamate e denunce fatte alla polizia, le mie corse in ospedale dopo le loro litigate, sono tutte nostre fantasie??? Ancora bugie su bugie. Io e la mia famiglia non abbiamo mai attaccato nessuno, abbiamo sempre e solo chiesto la VERITÀ che fin dall' inizio c' è stata negata dalle sue omissioni. A livello giudiziario l' autopsia non ha mai, e dico mai, stabilito la causa della morte come soffocamento autoindotto ma bensì asfissia meccanica, non lo dico io ma le carte (vedi autopsia). L' unica cosa che impedisce a noi di elaborare il lutto è la mancanza di chiarezza su quanto successo. E non si azzardi a dire che lui capisce il nostro dramma, che ci è vicino: non lo è mai stato! Si è fatto vivo solo tre mesi dopo il tragico avvenimento con una email sterile dove diceva che lui non l' aveva istigata al suicidio e che Carlotta non si era suicidata e che se volevo ne avremmo parlato, aggiungendo poi altre frasi sgradevoli. Si permette di scrivere che la sua vita e quella di Carlotta sono distrutte senza minimamente soffermarsi al dolore che prova una madre perdendo la propria figlia. Non parlo nemmeno del mio dolore, dei famigliari, degli amici... delle persone che l' hanno amata veramente, ma quello di una madre. E ho detto tutto. La nostra famiglia era unita e lo è stata ancora di più dopo la morte di nostro padre. Io e mia sorella ci sentivamo e vedevamo spessissimo, il giorno dopo la sua morte avrebbe dovuto vedere nostra madre per pranzo, si erano sentite più volte durante la giornata come viene confermato dai tabulati. Questo è starci alla larga? Ho molti messaggi bellissimi tra me e mia sorella, cosa che non si può dire altrettanto dei loro. Noi abbiamo avuto un padre meraviglioso inimitabile e insostituibile, il padre che ci ha cresciuto, e che ha cresciuto mia sorella come fosse sua figlia. Carlotta con il suo vero padre ha avuto pochissimi rapporti sporadici e solo negli ultimi due anni. Lei non si è mai distaccata da noi, ha semplicemente deciso di andare a vivere da sola a 21 anni come è normale che sia per una giovane ragazza in cerca della sua indipendenza. Trovo davvero assurdo che debba rispondere a delle affermazioni fatte sulla nostra vita privata, ma lo faccio affinché si possa comprendere quante falsità sono state scritte. Non perdo nemmeno tempo a rispondere alle provocazioni che fa nei miei confronti, non mi scalfiscono. Io sono fiera di quello che faccio e di chi sono... Aggiungo solo che mia sorella era fiera di me, della mia attività nelle scuole, ne abbiamo parlato tanto, unica cosa che non capiva era come io riuscissi ad aprirmi e mettere a nudo la mia vita di fronte a delle platee di estranei, ma semplicemente perché lei era riservata, quasi ermetica. Mi ha sorpreso che lui abbia deciso di scrivere una lettera ad un quotidiano solo ora che è indagato per omicidio aggravato. Sinceramente mi sarei aspettata che parlasse con gli inquirenti, spiegando una volta per tutte cosa fosse realmente successo quella sera, soprattutto in quei minuti dove entrano nel parco e Carlotta perde la vita. Mi sembra fuori luogo rompere il silenzio continuando sulla linea della falsità mista a chiacchiere da bar. di Giorgia Benusiglio