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Milano, il chiosco di via Mercanti si arrende: "Risse e degrado, troppa paura. Non riapro più"

Miriam Romano
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Gestisce il chiosco di souvenir da dieci anni. Nel punto storico della città, piazza dei Mercanti. Non c'è stato giorno, fino allo scorso anno, che Carmelo non abbia tirato su le saracinesche. Poi c'è stato il lockdown del 2020 e da allora non ha più riaperto. Non per motivi economici. «Abbiamo paura, io e la mia famiglia, di riaprire. Qui il rischio è troppo alto», ci racconta. Piazza Mercanti è nelle ultime settimane al centro delle cronache. Prima i bivacchi, poi le risse di ragazzi giovani (l'ultima solo pochi giorni fa) e il degrado che da anni non viene contrastato. «È diventato un luogo non più frequentabile. È rischioso avere qui il negozio. Dieci anni fa quando ho iniziato la mia attività, era tutta un'altra cosa. La zona era bellissima. Ora dobbiamo solo andarcene», spiega. Infatti, Carmelo sta pensando di vendere il chiosco. «Siamo in trattativa per cederlo a qualcun altro. Lo dovremo dare a un prezzo piuttosto esiguo. Venire qui a lavorare non è appetibile», aggiunge.

Nonostante le riaperture concesse negli ultimi mesi, il chiosco dei souvenir non riaprirà nei prossimi mesi. I turisti, che finalmente stanno arrivando a Milano, non potranno più beneficiarne. Persino l'Anpi aveva chiesto nelle scorse settimane al Comune di intervenire. A inizio maggio, infatti, nella Loggia dei Mercanti è stato inaugurato il memoriale per la Resistenza e dopo pochi giorni le stele e le sedute installate sono diventate il centro dei bivacchi dei ragazzi. Più le risse serali e gli sbandati che frequentano la piazza tutto il giorno, fino a dormirci persino di notte.

 «È l'ennesima vicenda in cui l'incapacità manifesta del sindaco di garantire condizioni di civiltà e decoro accettabili ha finito per creare danni incalcolabili al commercio e alla vita dei cittadini. La recente sentenza del Tar sul diverso caso di corso Garibaldi, ha sancito inappellabilmente che questa amministrazione non è in grado di tutelare né il diritto al libero commercio né il riposo e la sicurezza dei cittadini», ha commentato il capogruppo della Lega in Municipio 1 Simone Di Gennaro. L'assessore alla Cultura Fi lippo Del Corno aveva proposto negli scorsi giorni ad Anpi di utilizzare propri volontari per presidiare la piazza, anziché ricorrere agli agenti di polizia. «Me li vedo proprio i volontari pronipoti dei partigiani che cercano di instaurare una mediazione culturale con spacciatori e sbandati alla Loggia dei Mercanti. La proposta dell'assessore Del Corno è surreale, ma assolutamente in linea con la concezione che ha il centrosinistra per la sicurezza pubblica. Fortunatamente il grido d'allarme arriva dal presidente dell'Anpi e non da un rappresentante del centrodestra, anche se è da un anno che denuncio la situazione di degrado in cui versano piazza Duomo, via Orefici e la Loggia. Se la giunta comunale ci avesse dato retta i correttivi al memoriale della Resistenza potevano essere apportati prima, evitando che diventasse un'area picnic del vicino McDonald's. Altro che mediatori culturali, contro le bande di teppisti, in centro come in periferia, servono maggiori controlli e qualche lavoro socialmente utile in più», ha commentato il consigliere comunale di Forza Italia Alessandro De Chirico.

 È tutta la zona nel cuore della città, però, a soffrire per il degrado. Persino in piazza Duomo, ormai, commercianti e titolari dei locali si lamentano. «La situazione è diventata insostenibile», spiega uno dei ristoratori, «abbiamo le vetrine distrutte. Dobbiamo chiuderci nei negozi e non mettere il naso fuori, perché piazza Duomo è diventata pericolosa». Spaccio, risse, rifiuti per terra. «Veniamo "bullizzati" dagli sbandati che frequentano ogni giorno piazza Duomo. Utilizzano i nostri tavoli, le nostre sedie. Abbiamo subito danni di ogni tipo. Ma soprattutto temiamo per la nostra sicurezza» spiega. Dopo lettere, reclami, segnalazioni a Palazzo Marino, gli esercenti di piazza Duomo stanno pensando a qualche azione dimostrativa per attirare «l'attenzione di questa amministrazione che non ci ascolta da troppo tempo». La richiesta principale è rivolta al sindaco: «Chiediamo che Beppe Sala venga direttamente in piazza a verificare la situazione e poi ci dica se è sostenibile o meno».

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