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Giorgia Meloni, Fiano contro Isabella Rauti: "Non so se lei con suo padre..."

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Forse perderà il seggio, Emanuele Fiano, ma di certo non il vizio. Il candidato Pd a Sesto San Giovanni se la dovrà vedere contro Isabella Rauti, scelta da Fratelli d'Italia in un confronto diretto altamente suggestivo. Da una parte il deputato che ha fatto dell'anti-fascismo h24 la sua cifra politica e personale, dall'altra la figlia di Pino Rauti, nome storico della destra italiana e storico dirigente del Movimento sociale italiano.

 

 



"Avrei voluto parlarvi subito, oggi, della sfida che mi contrappone, nel collegio Senato U04 zona Nord e Nord Ovest della provincia di Milano, a Isabella Rauti, candidata di Fratelli d’Italia, il partito che non rinuncia alla fiamma che arde a Predappio sulla tomba di Mussolini - scrive Fiano in un lungo post sui social -. Ma poi ho visto un particolare messaggio di qualche giorno fa, quando uscì la notizia di una mia possibile ricandidatura. Ed ho pensato che ognuno si porta dietro la propria storia, oltre che la cronaca, la storia dei propri padri e madri". 

"Nessuna colpa dei padri o nessun loro merito può ricadere sulle figlie o sui figli, sia chiaro - avverte Fiano -. Noi ci confronteremo sulle nostre idee per l’oggi e per il futuro. Ma il fato ha voluto che i nostri cognomi si incrociassero. Ed io non sarò indifferente a questo incrocio che richiama la storia del ‘900 ed i suoi orribili accadimenti". E aggiunge: "Se ne può andare orgogliosi o meno, dei propri padri, dipende. Non conosco i sentimenti di Isabella Rauti per il suo e non ne parlerò. Conosco, invece, la storia di suo padre, Pino Rauti. E' la storia del neofascismo italiano, dentro e fuori il Movimento Sociale, di Ordine Nuovo da lui fondato, di Julius Evola, suo partner politico e riferimento del neonazismo, del 'capitano' Codreanu, di Alain de Benoist e degli altri autori punti di riferimento di Rauti". Ecco "io non userò questi argomenti contro Isabella Rauti, perché le colpe dei padri non ricadono sulle figlie, ma nessuno mi impedirà però di parlare della mia storia, in contrapposizione a chi rimase orgoglioso allora di quella del ventennio fascista, senza mai rinnegare. E di certo mi interrogherò su cosa la signora Rauti pensi del retaggio paterno, al netto dell’affetto famigliare. Come mi interrogherò su quanto lei condivida il pensiero di Orban, Putin, Bannon e Dughin sulla democrazia e i diritti civili e sociali".

 

 

 

 

"Io - conclude - vado orgoglioso della storia di mio padre, ebreo italiano, arrestato da fascisti italiani, incarcerato da fascisti italiani, consegnato da fascisti italiani agli alleati delle Ss, sopravvissuto poi, unico della famiglia Fiano, alle bastonature, alle torture, alla fame e alle selezioni per il gas. Unico, mentre la nostra famiglia era diventata cenere in pasto ai pesci della Vistola oltre ai boschi di betulle di Auschwitz. Ognuno di noi risponde alla storia e ai suoi incroci". Per questo, "nel collegio in cui sono candidato, non sarà un incrocio qualsiasi, non sarà una competizione qualsiasi. Nessuna lezione rimarrà inascoltata in questa competizione, nessun insulto, o bestemmia come quella ricevuta nel post qui sotto, mi renderà più debole ma più forte invece, orgoglioso dei valori nei quali sono stato cresciuto".

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