Beppe Sala se ne frega: "Bandite dalla città", schiaffo ai milanesi
Forse era invidioso per l'allungo di Laura Boldrini nella classifica dello scollamento tra "radicalchiccosi" e popolo bue, sta di fatto che il sindaco di Milano Beppe Sala insiste con un provvedimento che sembra provenire da un'altra galassia. Da oggi formalmente e da lunedì fattualmente entra in vigore nel capoluogo lombardo un (ulteriore) inasprimento dell'Area B, la zona a traffico limitato più grande d'Italia. Il divieto di accesso nell'area (quindi praticamente in città) viene esteso anche per le auto a benzina Euro 2 nonché diesel Euro 4 e Euro 5. Trattasi spesso di autovetture o furgoni immatricolati nel 2015, non ferraglia dell'anteguerra, peraltro molto meno inquinanti di parecchi mezzi Atm in dotazione al Comune.
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CAPITALE PRODUTTIVA
Per Palazzo Marino la mannaia cade su circa 47mila veicoli che ogni giorno entrano in città a causa della volgare usanza dei possessori di lavorare, per l'Aci Milano coinvolge potenzialmente 165mila mezzi solo di milanesi e 1,2 milioni di lombardi che per lo stesso motivo démodé gravitano attorno alla capitale (ancora per poco) produttiva. Soprattutto, l'ideona è datata 2018. In mezzo sono accadute alcune quisquilie, come la pandemia generatrice di lockdown a loro volta generatori di crisi economica, la guerra nel cuore d'Europa con conseguente esplosione dei costi dell'energia, le bollette impazzite, l'inflazione fuori controllo, la moria quotidiana di imprese (tendenzialmente medio-piccole, non i cda che era avvezzo frequentare il sindaco) e la difficoltà drammatica delle famiglie (tendenzialmente quelle che non possono permettersi la Tesla ultimo modello a emissioni sottozero). Nell'attuale contingenza, probabilmente la peggiore dal dopoguerra, non pare una mossa ispirata al mantenimento dell'armonia sociale l'alternativa davanti a cui Sala mette un mucchio di milanesi, e lombardi, sprovvisti di attico a San Babila: o vi spremo i pochi soldi che avete a suon di multe (fino a 658 euro a botta) o cambiate la macchina coi molti soldi che non avete. E in un soprassalto di lucidità se ne è persino reso conto, quando alla presentazione della griffatissima Green Week ha dichiarato: «Con Area B capisco che metto in difficoltà chi non può cambiare la macchina», questi villici sudaticci che magari non hanno nemmeno le brioche con cui rimpinzarsi, come da immortale comandamento del vero totem della gauche gretin-boldrinian-saliana, la regina Maria Antonietta. Ma «era scritto nel mio programma elettorale», che diamine, è lì stampato a chiare lettere sul Sacro Graal delle magnifiche sorti e progressive e sostenibili della Milano che conta, il suo programma elettorale, se la realtà pone dei problemi, aboliamola.
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PROTESTE
E così Beppe non ha ascoltato le proteste dei sindaci dell'hinterland, che al grido di «Non siamo l'autorimessa di Milano!» facevano notare il rischio che le periferie fossero sommerse di macchine (tanto tendenzialmente da quelle parti c'è brutta gente che non va nemmeno alla Green Week). Non ha ascoltato i poliziotti milanesi, i cui sindacati avevano messo nero su bianco: «La decisione del sindaco mette seriamente a rischio il sistema di sicurezza poiché i divieti imposti mal si conciliano con la specificità e gli orari dei servizi di polizia» (cioè in pratica gli agenti sguinzagliati alla caccia del reprobo in Euro 5 potrebbero non essere disponibili per urgenze assai più dirimenti perla comunità). Non ha ascoltato la logica e nemmeno i conti della serva, che d'altronde se tale è ci sarà un motivo.
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