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Beppe Sala fuori controllo: "Usate le scale", rivolta a Milano

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Claudia Osmetti
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«Ma siete seri?». Dice tutto lui: Massimo, un utente di Facebook che commenta l’ultima pensata del Comune di Milano. Sui social, perché ormai passa ogni cosa dai social. Tre parole, un punto di domanda: ciò che segue in questo articolo è riassumibile nella richiesta di Massimo. No, davvero: «Ma siete seri?». «Provare a non utilizzare l’ascensore quando si può, permette di fare esercizio fisico, risparmiare energia elettrica e quindi ridurre le spese e diminuire le emissioni di Co2. Usa le scale, per te e per Milano». Dopo la sfilza di rincari che la sinistra ha regalato ai milanesi per il 2023, non vogliamo che quest’ennesima trovata sia un modo per mettere le mani avanti per eventuali tagli su scale mobili e ascensori pubblici. Chissà. Commento, a caldo: (appunto) «Ma siete seri?». Riflessione, un po’ più ragionata: no, sul serio, è uno scherzo? La foto della tromba delle scale di un condominio qualsiasi, un po’ (poco) Escher e molto di più casa popolare di periferia: però quello ci sta, in fin dei conti è la realtà meneghina. Il logo di Palazzo Marino in alto, che troneggia su quella che all’inizio sembra essere una “pubblicità progresso” e alla fine si trasforma in un boomerang per la comunicazione di piazza Scala.

 

REAZIONI DURISSIME
Non la prendono benissimo, i milanesi. Massimo è un ragazzo educato, non insulta nessuno. Si limita a porre una (sacrosanta) domanda. Altri (ma poi ci arriviamo) sono leggermente meno a modo. È che si sentono presi in giro, sor Beppe. Vede, sindaco Sala, ci rivolgiamo a lei perché è a capo del Comune di Milano e immaginiamo che le sue pagine internet non le siano estranee, lungi da noi elargire consigli, specie se non sono richiesti, però qui il punto (guarda caso) non è il suggerimento. È che è un tantinello fuori luogo. «Usa le scale che è tutta salute» te lo aspetti dalla zia settantenne del piano di sopra, quella che ti rimprovera pure se lasci le scarpe sul pianerottolo: non dall’amministrazione locale. Toh, al massimo te lo può dire l’istruttore della palestra (step-step-step) che è abituato ad andare di polpaccio. È anche verissimo, e chi lo mette in dubbio? Ma forse i problemi sono altri e «il Comune dovrebbe fare azioni per risolverli, non solo dare consigli scontati. Ma purtroppo abbiamo troppi comunicatori e pochi tecnici», dice il consigliere dei Verdi Carlo Monguzzi, tanto per citarne uno. E, sor Beppe, Monguzzi fa parte della sua maggioranza: così, giusto a ricordarlo.

 

«Siamo al ridicolo», commenta il collega di minoranza Marco Bestetti (neo Fratelli d’Italia), «questa campagna sul risparmio è iniziata male e sta finendo anche peggio: sembra una barzelletta che non fa nemmeno ridere. Il prossimo suggerimento del Comune quale sarà? Metti-la-sciarpa-quando-fa-freddo e non-parlare-con-la-bocca-piena? Per favore, evitiamo di abbassare lo standing di un’amministrazione che dovrebbe essere seria e invece, è lì da vedere, non lo è». «Ma siete seri?». «Cercate di installare gli ascensori in metropolitana, piuttosto», scrive Cristina, sempre su Facebook, «odi far funzionare quelli esistenti, tipo a Cimiano. Al posto di perdere tempo con consigli ovvi e scontati». A tanti è preso un colpo: «È per questo motivo che faticate a riparare le scale mobili della metropolitana? A saperlo prima...» (sospetta Andrea). «D’accordo con voi, per carità. Ma gli sprechi nella pubblica amministrazione? Non si potrebbe migliorare gli impianti di riscaldamento che sono vecchi di 60 anni nelle case popolari, per esempio?», chiede Lilly. «Spero che questa campagna non sia pagata dal Comune perché, vista l’utilità, vedrei bene una causa per danno erariale»: Marco la butta sul portafoglio, alla faccia della parsimonia delle casse pubbliche.

 

LA NORMATIVA
Continuiamo: «Tutti i negozi delle principali vie commerciali hanno le porte aperte con totale spreco del riscaldamento, nonostante la normativa lo vieti. Controllare mai», lo aggiunge Corinna, ma è un ritornello che si canta in vari altri post. «Da quando è attiva Area B, tutti i giorni faccio tre chilometri a piedi per tornare a casa al lavoro.

Grazie, siete veramente geniali», si sfoga Danial. «L’elogio dell’ovvio», Idanna. «Io pago l’ascensore con spese condominiali alle stelle. Per cui, dopo aver camminato tra il verde, mi godo la salita», Maria Grazia. «Anche provare a spegnere le luci di notte negli edifici pubblici potrebbe aiutare», Antonio. Sindaco, torniamo a lei, ha capito l’antifona? I suoi cittadini, questa cosa degli scalini in successione, la conoscevano già. Che poi, detto tra noi, va bene il consiglio, però tocca anche capire a chi è rivolto: perché per gli aitanti studenti universitari farsi quattro rampe dopo aver studiato sui manuali di Diritto penale è una sciocchezza. Ma per la nonnina di novant’anni che va all’Esselunga a fare la spesa una volta a settimana, e magari ha pure le sporte con le le arance e i pacchi di carnaroli per metter su il risotto, è un’altra questione. Le emissioni di anidride carbonica e l’inquinamento. Okay. Sicuri, tuttavia, che l’energia impiegata per gli ascensori incida, e incida in maniera significativa, quando poi, nel condominio, c’è magari una caldaia che era nuova negli anni Ottanta? Siamo onesti. E soprattutto: «Ma siete seri?».

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