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Milano, in tenda contro il caro-affitti? Ecco che fine si fa se governa il Pd

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Lorenzo Mottola
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Cara Ilaria, ti stanno prendendo in giro. Chi è Ilaria? Ilaria è la poveraccia che dal primo maggio si è accampata con la sua tenda grigia – sotto la pioggia - di fronte al Politecnico di Milano per lamentare le impossibili condizioni di vita della città. Affittare una stanzetta nella metropoli, dice, costa minimo 700 euro. E parliamo di loculi modello San Vittore con vista discarica e ratti ben pasciuti come coinquilini. Così Ilaria protesta. E la situazione si sta facendo terrificante. Infatti alla povera ragazza è toccato subire perfino la molesta visita di Pierfrancesco Majorino, candidato mazzolato alle regionali lombarde, oggi diventato uno dei fenomeni più bizzarri della corte dei miracoli che Elly Schlein ha messo in piedi per rendere l’Italia più glamour. Majorino è andato a trovare la studentessa e, tu pensa che gentile, le ha perfino passato al telefono proprio la segretaria Pd, che ovviamente le ha detto che tutto farà per aiutarla. Il giorno successivo la situazione è precipitata: ha chiamato pure il sindaco Sala, che le ha detto che organizzerà un tavolo in Comune per parlare di affitti e che inviterà anche lei a parlare. I giornali affini ai dem hanno dato eco alla cosa con articoli commossi. Qualcosa però non torna.

 

 

 

Non sfuggirà neanche alla Schlein che Milano è governata da 11 anni dal centrosinistra e proprio Majorino ha fatto parte delle due giunte – Pisapia e quella dello stesso Sala – che hanno bloccato praticamente tutti i progetti edilizi a Milano. Il piano della precedente amministrazione per risolvere la questione edilizia era semplice: costruire qualche casa, visto che la domanda di alloggi aumenta, magari prevedendo alloggi a prezzi calmierati per giovani e studenti. Moratti e compagnia volevano prendere una lunga serie di zone dismesse – ovvero gli scali ferroviari in disuso, posticini stile Hiroshima dopo la bomba – e trasformarli in quartieri residenziali. “Orrore, colata di cemento” ha tuonato il Pd. E tutto si è bloccato.

 

 

 

Certo, non è che i prezzi in città sarebbero crollati, ma qualcosa si sarebbe smosso. Al contrario, le giunte rosse (a chiacchiere) continuano a far di tutto per appesantire il caro-vita. Hanno trovato i biglietti dei mezzi pubblici a un euro e li hanno portati a 2,2. Hanno dato la caccia alle auto, imponendo nuove aree a traffico limitato (area b) dove le macchine più vecchie di un tot (quindi quelle dei meno abbienti...) non possono circolare. Lo smog ovviamente è rimasto dov’era, perché non è certo che con questi espedienti demenziali che si risolve la questione, intanto qualche poveraccio s’è ritrovato a piedi e con i biglietti Atm più cari.

Allo stesso modo sono schizzati i costi dei servizi comunali. Sì perché, cara Ilaria, sappi che se dopo gli studi deciderai di lavorare a Milano, le cose sono destinate a peggiorare. La giunta del pueblo ha segato i servizi, alzando i prezzi e diminuendo l’offerta. Le liste d’attesa per i posti negli asili nidi erano a zero. Oggi siamo a 3700 bimbetti lasciati a casa, costretti a rivolgersi a strutture che costano 800 euro al mese, come minimo. La lista dei rincari è sterminata: Ilaria provi a chiedere ai signori del Pd la prossima volta che la chiamano. Se mentono, se ne accorgerà subito: staranno muovendo le labbra. 

 

 

 

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