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Beppe Sala? Lo sgarbo alla sua Milano del sindaco che tutti celebrano

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Simona Bertuzzi
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Un’indagine del Sole 24 ore certifica che Beppe Sala è il sindaco più amato d’Italia, col 65% delle preferenze e una crescita dei consensi di oltre 7 punti... Ne prendiamo atto consci del fascino che una certa narrazione ecologista (di cui Sala è il sommo rappresentante) esercita da sempre sulla Milano dei salotti e ormai anche su quella delle periferie. I festeggiamenti arrivano però nel giorno di un clamoroso schiaffo alla città di mister Expo: la sua mancata partecipazione al primo consiglio dopo il rogo nella rsa del Comune in cui hanno perso la vita 6 anziani. Al sindaco era stato chiesto di riferire sul caso e probabilmente sullo stato di salute delle residenze per anziani ma lui ha preferito rimandare i chiarimenti a dopo i funerali. Ragioni di diplomazia? Forse. Eppure un sindaco non dovrebbe prendere tempo di fronte a un fatto così tragico. La voce di un sindaco... Che non può limitarsi ai podcast su social o alle dichiarazioni rubate qua e là tra un convegno e l’altro.

La voce di un sindaco. Che deve parlare alla famiglie, ai figli, agli anziani che si sentono annichiliti e impotenti dopo uno tsunami di questa portata. Cosa significa raggiungere la vetta di popolarità se non si è in grado di capire il sentimento popolare? A chi si accoda alle celebrazioni e guarda solo i numeri di quel traguardo vorremmo poi offrire un breve decalogo della Milano disegnata da Sala in questi anni e dei comportamenti da tenere fino alla fine del suo mandato. Giudicate voi se val la pena festeggiare. 1)Scordatevi l’auto. Cancellatela. Mettetela alla gogna. Non è questione di sperimentare un uso ponderato della vettura ma di estirparla dal vostro vocabolario. L’auto è nemica di questa giunta e Sala vuole portare il parco macchine a livelli preistorici. 2) La conseguenza più ovvia della guerra alle auto è che le macchine in circolazione incapperanno nelle maglie sempre più strette di una viabilità diabolica pensata solo per vessare chi guida. Area B e Area C come se piovesse, con relativi rincari e restringimenti (non curatevi se lo smog resta alto e i benefici non arrivano,  potreste solo incazzarvi)... Per non dire delle multe. Milano vanta tutti i record nel campo sanzioni e non intende cambiare. 3) Compratevi una bici se già non l’avete. E con quella andate ovunque. La giunta vuole così. Al lavoro. Al mercato. In piscina a prendere vostro figlio.

 

 

Al cinema anche quando è fuori porta e vi richiede una sgambata da lasciarci il fiato. 4) Una volta inforcata la bici districatevi tra ciclabili fantasma o obsolete, tra cordoli che non ci sono e altri che sono disegnati solo nella testa di chili ha concepiti. 5) Se siete tifosi di Milan o Inter dimenticatevi lo stadio, fa figo parlarne soprattutto nei salottini di cui sopra abbagliati dalla prospettiva di nuovi business ma non è la priorità del sindaco. Al punto che l’argomento è diventato una barzelletta da bar, da tirar fuori nei momenti di noia, quando la cronaca langue e la politica è al mare. 6) Accettate i bivacchi e le conseguenze poco edificanti dell’accoglienza indiscriminata. Stazione centrale e certi quartierini periferici continueranno ad essere luoghi bui dove è vietato inoltrarsi. 7) Se non avete una casa dove accomodarvi, chiedete aiuto ai genitori o al buon Dio. Oppure unitevi ai tendini che stazionano nel piazzale del Politecnico aspettando che gli amministratori di sinistra battano un colpo. Le liste d’attesa per l’alloggio popolare continueranno ad allungarsi insieme alla barba e alla mestizia di chi aspetta un tetto e si vede sempre superare da qualcuno (possibilmente straniero) con figli a carico. 8) Sfilate ai gay pride e ai cortei lgbt anche se avete altro da fare, e indossate ogni volta i calzini arcobaleno. 9) Tuffatevi nella movida selvaggia, quella pesante delle vie Lecco o del Lazzaretto. Il sonno di qualche residente ne risentirà e a qualcuno farete girare le palle ma sarete in linea con l’entusiasmo generale. 10) Se avete un bebè in arrivo, cercatevi un nonno solido cui affidare la prole, gli asili comunali sono merce rara, e rischiate di restare in lista d’attesa fino al 18esimo di vostro figlio. 11) Infine, interessatevi di tutte le questioni che non riguardano Milano. Vi terrà impegnati e sulla cresta dell’onda. Siete scettici? Leggete i numeri di cui sopra. Il consenso si conquista anche così. Vedete voi se c’è da festeggiare.

 

 

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